sabato 21 dicembre 2019

stampelle

"Ogni angelo è tremendo"
R.M Rilke, Elegie duinesi, la prima elegia

Mi spaccio per chi non sono
straballando
su vecchie stampelle

chi sono non lo
saprò mai
hanno caricato a salve i miei ritorni

resto con violenza
ai piedi di
altari senza un Dio che 
mi somigli,
senza giovarmene:

a Lui piacciono le mie stampelle 
di violenza 
scagliate sul Suo rancore 

quel niente chiamato destino 
o desiderio
tremendo come un angelo 
tremendo

mercoledì 18 dicembre 2019

non ritorno






mi richiami
mi conduci in un
luogo di non ritorno
a strapiombo sulla tua occasione
c'è tanta gente attorno
mi guarda di sottecchi
e non sta ferma
come si muovesse da qualche parte dell'odio
penso:
chissà da quanto è qua
l'andirivieni di questa carne 

io mi accovaccio
sulle loro agitazioni:
il mio pianto ti ama
il mio cadavere mi spara addosso
e un poco muoio









domenica 15 dicembre 2019

dolore infame



"E' un innato modo di fare
questo mio non accettare 
di esistere" S. Toma, "Canzoniere della morte"

voi avete truffato il mio dolore
e lo avete reso infame
avete reso infame un dolore
e siete 
immobili e non avete sentito le sue 
parole agitarsi nelle viscere
balbettare in un
flusso di coscienza
era un dolore nuovo
un ignoto infinito
gorgoglio
ve ne siete presi gioco 
era un dolore in polvere:
il dolore di esserci
in una polvere di "perché"
e voi lo avete reso infame

"perché" 
non lo conoscete

putrescenza

parlavi
a pezzi della tua morte
abitavano il tuo corpo giallo:
l' allampanato condominio
dove lo sbruffone si diverte a suonare
i citofoni

rabbia esplosa come vento
continuava a girare a girare
a spazzarne via
i risvolti dall'ultima pelle che ancora li ricopriva
neanche fosse erba secca

restavano solo pezzi della
tua morte
scaglie di discorsi

e quell’ inutile fame
di vita

ALTRA STESURA

parlavi
a pezzi della tua morte
abitavano il tuo corpo giallo:
l' allampanato condominio
di misteri
dove lo sbruffone si diverte a suonare
i citofoni

rabbia esplosa al vento
continuava a girare a girare
a spazzarne via
i risvolti dall'ultima pelle che ancora li ricopriva
neanche fosse erba secca

restavano solo pezzi della
tua morte
scaglie di discorsi come cavalli
non sellati al galoppo

e quell’ inutile fame
di vita

venerdì 13 dicembre 2019

punto oscuro

quel punto oscuro
laggiù tra di me
pieno ora della tua luce
era precipitato
da un emergenza dell’universo
Per te

fosti tu
a voltare la realtà
perché io fossi





venerdì 6 dicembre 2019

impervia irrequietezza

ha suono aspro
duro
non sa dove comincia o
finisce 
questa forza di parola:
la sincerità della prima non soddisfa 
la seconda

poco lontano certo

attinta a vortici è dono
Impervia Irrequietezza:
non si rassegna attacca 
ai denti chi 
vuol-mettere-le-cose-nella-loro-linearità

La mano di King Kong è lì pronta:
afferra Irrequietezza
stringe con dolcezza
anche ne 
muore

non mi avvicino al senso della vita
lo lascio lontano

creatura del mai

bianca creatura
creatura del mai
tre ventri si contendono
la tua nascita:
quello del forse
quello del già
poi del non ancora
e tu viaggi verso il
mio destino

Attendo il tuo mai
che amo
che sai

Lunghe le gambe
dentro cui ronzo
lento il movimento del sogno
che accarezzai

Io vivente conobbi quel mai
per questo con sguardi infuocati buco tremando
la tua estremità 
e tremo al pensiero di questo tremore

ancora in nessun luogo
ti raggiungo

domenica 24 novembre 2019

non lo ignoro

Non lo ignoro:
in frantumi sei colui che si aggrappa
il rotto (a) tutto
nel tuo fiume scorre un sogno in maschera
si dilegua
io sono colei la cui carne
si aggrappa alle ossa
sono l'albero che sbatte sulle
sue foglie
tu sei un alibi
io solo un equivoco 

tu scopri che il nostro nome è un grido

la pentola

la pentola bolliva
borghesemente bolliva
fandonie

e noi
a testa china
sulla versione più pericolosa
di quei portavoce ruffiani che
chiamiamo "me"
sempre in coppia con se stessi

fans accesi di piccoli ritocchi
di assillanti "lavori in corso"
veloci a rallentare
a fare lo sgambetto
sazi del loro freddo
a divorare brandelli di parole

della mia prigione conosco
il tuo sguardo

sabato 23 novembre 2019

profumo

è profumo mozzato
questa inquietudine
guarda avanti
poi indietro
taglia a fette tre o quattro deserti
per spodestare
ogni infinito squadernato

tu e i tuoi fogli d'anima: una mezza coltre
ogni sera sul letto
rampicando l'umano
come sentenza d'amore

nel palmo
le castagne d'autunno
ancora calde
tu le sbucci 
le assaggi ad
                        una
                            a
                               una

parlo con te maschera


Parlo con te,
              maschera
sta a sentire!
.
un uomo come uno dei giorni
ti indossa
e tu lo denudi
con lo sguardo da nessun luogo
con l’occhio di nessun dio 
.
non progettare consultori spirituali
nei tuoi specchi
ingrugnati:
.
senza sapere quel che ha fatto 
(faceva solo "forse")
un uomo come uno dei giorni
se n'è andato: 
forse non c’è mai stato

tu eri la sua contraddizione
                     cocente distrazione
.
l’ amuleto
del suo deserto

ti straccio maschera 
avevo fame: 
                  l’hai raddoppiata











parlo con te maschera
sta a sentire:

un uomo come uno dei giorni
ti indossa
e tu lo denudi
con li sguardo da nessun luogo
con l'occhio da nessun dio 

non progettare i miei consultori spirituali
nei tuoi specchi
ingrugnati:

senza sapere quel che ha fatto 
(faceva solo "forse")
un uomo come uno dei giorni
se n'è andato 
forse non c'è mai stato
tu eri solo la sua contraddizione
cocente distrazione

l'amuleto
nel suo deserto

ti strappo maschera
avevo fame
tu l'hai raddoppiata

lunedì 18 novembre 2019

sto qui




Sto qui
qui all’angolo dietro l’ugola
per il mio clitoride* la sua gemella
Sono entrata dentro
la voce
volevo scrutare spolverare
mettere ordine e anche no
lucidare cose:
sospiri gemiti singhiozzi parole
logorii alla rinfusa
Quell’urlo sentite! quell’urlo
ancora divampa nell'ugola
come un orgasmo
è bello: nuovo giovane
argentino sbigottito
un urlo lucido
E c’è il bianconiglio
nella voce
s’inchina a cogliere grane
"E' tardi, è tardi" grida
urta il tavolo lo rovescia:
azz!
Comprate comprate la mia voce
non si spegne
è potente
imbandite la tavola della voce
prendete posto servitevi
Comprate comprate la mia voce
Comprate mangiate anche me
* da una suggestione di Nina Cassian
























Omaggio a Werner Schwab

Omaggio a Werner Schwab 
raccontare alcune tracce del
nostro presente-
-scempio?
Signora Cazzafuoco gentile
signora
venga si accomodi in questo trivio di aureole
posso offrirLe La prego
un the alla Solitudine
con biscottini di Sterminio e Suicidio
alla pandemia?
ora che sono nella psiche-covo
dall'altra parte del senso?
-disperazione

mercoledì 13 novembre 2019

sonnambulo

vorrei strappare
quel "chi" al sonnambulo
che ondeggia dietro una baracca d'anima
è lì che allatta
la tua veglia

ma lui non parlerà è sordo
ai singhiozzi di una piccola eternità 
che fugge ferita lontano dai suoi crateri e 
non riesce ad
evitarsi

lunedì 11 novembre 2019

dormiveglia


"Forse l'eterno è in questo dormiveglia
...
Vorrei questi versi riversi come un cane
che si abbandona all'agonia"
R. Pagnanelli, Quasi un consuntivo: "Forse l'eterno è in questo dormiveglia"


A metà
come in dormiveglia
questa estasi di eterno

strabiliante sillaba
cui attinsi voce all'abbandono
vissuta
mai saputa

si percepisce la verticale
del punto di fuga

Sonata in sol
per labbra e mani di calore e di dolore



sabato 9 novembre 2019

la freccia

era così lontana
l'assenza che ora mi circonda

sfilava il tempo e si inchinava

mi parlava delle amazzoni
e di un arco che
pareva
avessero lì sul seno

di un seno teso
            ... ad arco:
                  ... il mio

            limpida voce quasi
un canto
scoccava la freccia e
mi colpiva in una parola
non mia
         non sua
che non rallentava
          che si precipitava su me
che ora
ero un sentiero
                azzurro

                              come una freccia
dentro una preghiera ho incontrato
    tu    

parola che copre

la mia parola mi copre
come un velo
guarda di sottecchi gli altri
nessuno le domanda
è raro che risponda

non so degli occhi
con cui guardo

post umano

Post-umano

Andiamo giù per strada:
guarda

non c'è più la storia!
come si fosse ritratta
spaventata vedendoci lo sguardo
c'è solo una matassa
ma è senza filo adesso
per noi
povera gente
possiamo diventare meno di nessuno
capaci di vedere una pulce in autostrada
in mezzo alla distrazione
che ci ingravida

non parliamo poi dei cambiamenti
d'umore sui muri scrostati in città:
è inutile spingere
non vedi?
Facciamo tutti la fine dei birilli

Eppure
l' anima(-le) non è ancora
carne astratta può
sognarsi anche nel sogno di un'altro che sogna... un'altro...

ci saranno occasioni di noi





martedì 5 novembre 2019

vorrei

vorrei che qualcuno
mi spiegasse

io ti porgo
pensieri catturati
(e tu sei) creatura incendiata
dagli orli lampeggianti

vorrei che qualcuno
mi piegasse

io ti porgo pensieri invisibili
catturati da te nell'intervallo
dove io (non) sarei
e la parola è un ponte

(e tu sei) (non)

da tanto tempo
senza appoggi tu trattieni
sul ponte
il mio grumo di morte

per questo io cieca non acceco
e a te chiedo l'immenso

domenica 3 novembre 2019

in città senza preavviso

e tu? dove sei
ci? sei
che? fai
che? vuoi
sembra asfissiante
stasera la città
sembra incalpestata
                   pallida        nuda
burlata a morte dal vissuto sfuggito
(le sue tracce…le sue? tracce)
cerca un angolo timido
dove incontrare
qualcuno 
                      più timido

la forza di un grido
che non si sente
la sferza di due sillabe urlate: “ci? sei”
un canto di morte
un lamento: “che?”

e tu dove sei?
ci? sei
che? fai
che? vuoi

chi arriva?
         chi arriva
il suo cappello è con la visiera abbassata
nel colore del nulla:
può esserci il nulla?

in città

senza preavviso










domenica 27 ottobre 2019

ciao

CIAO

svelto risuono nelle orecchie
stop birichino lanciato 
come velo su ignote promesse
o rimandato come sgomento
oscuro:

io ti sono "ciao":
una spezia calda sui brividi
del tuo umore



mercoledì 23 ottobre 2019

il viaggio

 VIAGGIO

attorno volti
senza meta    senza
destino
occhi sbiancati come
frecce in pausa
lanciate nell'assurdo:
è in superficie l'assurdo
un viaggio tra sirene euforiche  
voci che attraversano le orecchie
un salto
nel monologo a tappe della nostra ombra quotidiana
forse solo un dettaglio

ma ad Itaca mi
... attendono ancora?

martedì 15 ottobre 2019

finzione

la finzione
dov'è
dove si nasconde?
che si mostri!
Venga alla luce--->no resti al buio!

Ora è un groppo alla gola
ciò che vorremmo
vedere e
mai sapere
non abbiamo storie da tramandarci
solo da inghiottire
(di chi è quest'interminabile assenza?!)


vedo una troupe di assenze: filmano
un' intrusione---> un'epifania---> un'attesa---> una fuga possibile
sempre un: "qualcosa-sta-per-arrivare"

---> mai sapere:
pressiamo sul "clik-cancella"

la filigrana della finzione
saltella equivoca sulla pelle

lunedì 14 ottobre 2019

senso-contro

questo momento
è come un tronco
ottuso
un occhiuto spione
dove reciso è il filo
tra pensiero e azione

l'umidità del nulla



mercoledì 9 ottobre 2019

fuga/mummie


dentro mi crescono
alberi:
lascio fare
ci stanno sopra mummie
tengono nascosto
il sesso
sono tutte borghesi e codine
una è pazza:
una mummia pazza
si crede una perenne turista        
in autostrada

quasi quasi non mi
riconosco più:
ho superato il mio limite di velocità
per qualche strana ragione

quale?
quando per scappare
basta solo
darsela a gambe

















martedì 8 ottobre 2019

sospesa





Solo:
     ci fu

Chi ne seppe qualcosa?
Sospesa
mi muovo in un orizzonte
che mi sfugge
anzi non c’è

Ci sto dentro
come in uno sfondo
in questo qualcosa
che non c’è
alla larga da me stessa

E sono al centro di un universo
E sono il centro di un universo
E posso solo percorrerne
i bordi
il perimetro

Solo
non so cosa ci fu!

Io
SOS-pesa
migrante
nella mia accaduta carne

zia Concettina

Contro le date,

andava per abitudine contro le date

indossando ciò che 

non si ha 


e non cresceva mai

e non rimpiccioliva:

pioggia, sole, poche 

amiche 


era uno stop

uno stop vivente

come un’illusione:

toglieva i giorni pari

al calendario

e li appallottolava in bocca

riempiendoli di saliva


poi li sputava per strada

cioè su se stessa

era lei la sua strada

che conosceva:

lasciava che la sua strada la percorresse


niente problemi di identità

-era nata di dispari-

nuda le bastava sentire il calore

del suo corpo


tutta la sua fiducia nell'artificio

di riempire i giorni pari di saliva

senza sbagliare

la commuoveva a sera rientrando a casa


era una commozione diligente

scarabocchio

ora mi rimpicciolisco
e mi sogno
un sogno piccolo
                     piccolo
estremo
come uno scarabocchio
                     di me
come un'introduzione
                    postuma:

-quelle... dita che
mi(!?) amavano...-

tu la trovasti

una figura
trovasti
tracciata col lapis
su una roccia
tu raccogliesti il lapis
e scrivesti

la figura sorrise
un sorriso lungo
             sette giorni
                      sette anni

...il sogno...

Vaff


VAFF...
...
non ci sono allegati da scaricare
-mi sento le... tempie...-
vorrei mi regalassi un po' di "comunque"
è quel che serve
era previsto tutto
Ora c'è solo da fare giustizia
dell'"andò-così":
che sprofondi!
che si spari!
-ci temono questi spari: sì sì
hanno paura di noi!-
alza il tono della voce
alza il... tono... della voce...
in un ... pianissimo
Guarda cosa t' è rimasto nel pugno
-una piccola luce?-

Il vento non soffia all'indietro
non c'è un "all'indietro" per il soffio
del vento

Non torna sui suoi passi

domenica 6 ottobre 2019

Uffahh

uffa e arciuffa
(con la U aspirata
ecco così: hhhhuuuffaaaa!!!)
un volume di huuffahh!
salta in aria:
non lasciare quel luogo
il luogo 
della rabbia
e della meraviglia

Che c'è?
sembrano scarne spoglie 
di te
di me

E non più 
a un tratto il desiderio
e io ero sola
È tutta così in-logica
l'assenza

ma tu
non cedere di amare 

mi sono allontanata 

solo per un momento

chissà

La stretta era
            di gelo

e dentro l'interstizio
la domanda:
quella che non vuoi fare
quella per qualcuno
quella che sai come va a finire
quella che sbagli apposta il numero
per non farla

poi si distese quel
gesto di gelo
e quanto ne restò:
segno del "chissà"

Chissà se alla fine
finisce realmente

c’è un mondo dentro
la domanda è un mondo
un mondo che domanda

giovedì 26 settembre 2019

leggenda

c'è una leggenda sul mio letto che ne parlava
uno sconosciuto che si dava e che guardava
-occhi sbarrati-
c'è ancora una leggenda sul mio letto che ne parlava
del suo primo desiderio di morte -dico-
ci saltellava torno torno
non voleva cascarci dentro
era da vidimare quel suo peregrinare
per questo è andato nell'altra stanza
-stava lì l'apparecchio-
c'è andato con la disperazione
dentro il salterio

Non posso cercare un nuovo me
forse un giorno sarò umana
sarò come un fluido per tutti

lunedì 23 settembre 2019

gabbia

la scimmia
faceva toletta
in gabbia

una gabbia andava in cerca di un uccello*

dava lieve il suo belletto
di saliva 
al pappagallo
quasi un'insidia quel gesto 
alla parola:

"più forte urla più forte
la parola è GABBIA!"



* Fran Kafka , aforismi

mercoledì 18 settembre 2019

l'inganno

passavo il ponte travestita
per ingannare l'inganno
del mio corpo:
l'immagine
che mi usava per sognare
per aiutare il sole
a sorgere

martedì 17 settembre 2019

al modo di Lilith


Al modo di Lilith*
ora in Lucia Triolo: Dialoghi di una vagina e delle sue lenzuola. La Ruota Edizioni 2019

Facciamolo entrare
facciamolo entrare
-grida il coro di donne, il mio coro
ha in tasca il no di 
Lilith
guardate lo sguardo
l’azzurro suo sguardo
Lilith ancora ci insegna

Io sola tu solo
sarà ieri o
forse fu domani?
e canterai una veglia
a Lilith
e danzerai un pensiero
sul suo antico viso.
Se varco in trambusto le ore tu solo puoi
farmi sognare
e penetri
il tempo e le cose
e le sovverti
così come fai con me
il cordone si avvolge
attorno al tuo dito
da un lontano arcipelago
del mio ombelico

* nel mito ebraico, prima moglie di Adamo. Si rifiutò di sottomettersi a lui. Emblema del femminismo





quando la neve palpita

QUANDO LA NEVE PALPITA


ho una benda sugli occhi

come Dio

siamo di fango:

la mia statua ed io


-impastate dai giorni degli altri


lei cammina su di me

e mi capisce dentro

mi apre come un varco

mentre attendiamo


-impastate in pantofole e vestaglia


passa attraverso

e mi rapisce dentro

la vedo allontanarsi

come avesse fretta o paura


-impastate d’amore


la pazzia sta sulla bocca

e mi intruglia dentro

un punto probabile di me

quando la neve palpita


nessuno strappi

la benda che voglio

tenere sugli occhi


nessuno strappi 

Dio








domenica 15 settembre 2019

il cappellino


cappellino rosso
la visiera abbassata

passavo il ponte travestita
per posare ogni divieto
e attraversare il pane

vento d'assenza che 
soffiava

passavo il ponte per tornare
al desiderio
-belva feroce e allegra-
di quella parola tra le dita
lì dove è nata la carezza
da cui non ci si può
staccare

-la geografia dello stupore
quando avvolge
scompone la radice

il mio delitto è tra quelle dita:
una complicità
a tentoni tra parola e carezza
su labbra bianche
di baci

passavo il ponte travestita 
per ingannare l'inganno
del mio corpo:
l'immagine 
che mi usava per sognare

per aiutare il sole
a sorgere

e trasalire












mercoledì 11 settembre 2019

nell'appartamento


L’APPARTAMENTO 


"Seicentesimo piano...

scheletri in fiamme

con le braccia che cantano.

E una chiave,

una chiave enorme,

che apre qualcosa

(qualche utile uscio)

da qualche parte

lassù"

A. Sexton, In ascensore fino al cielo, da "Il tremendo remare verso Dio"



nell'appartamento

si muovevano al buio

solo le chiavi

-irrazionali fosforescenze di plastica-

senza nessuna mano

apparvero bocche e

le ingoiarono

        a casaccio


ma così ci si apre

o ci si chiude?


chi racconta chi racconta?

chi ha visto?


no

non si vedeva chiaro

l’armadio era già pieno



no 

non ci sono state prediche

per abiti in disuso


il balcone il balcone

qui si soffoca!


e alla fine è un discorso

sul corpo 

messo

da qualche parte

        in 

          abbandono


venerdì 6 settembre 2019

non cedere

non cedere di amare

mi sono allontanata
solo per un momento

cronistoria

CRONISTORIA

fra una settimana sarà il
9 Settembre
perché oggi è
il 2
e sarà un Lunedì
il 9 e il 2
un Lunedì diverso
ma egualmente Lunedì
forse ti mancherà un dente in più
o ti sarai tagliato le unghie
o
le avrai telefonato ancora.
Basta questo a far
da spiegazione?

Ma è solo un appunto su un notes,
dici.
No!
fu un'avventura
che ci travolse
ognuno
uno sgambetto

chi la chiamò vita
non seppe poi aggiungere
altro
forse non c'era altro
da aggiungere
Forse...