sul manto stradale
sfreccia un' ambulanza
Vucciria
sul marmo dei pesci
le mosche di allora
e aria a girare forsennata
la danza della ventola innocente
minigonne senza giradischi
a liquidare infanzie del giorno prima
un attimo anziano
ancora sogna per me una storia diversa
sul palinsesto ammutolito
della melodia corrimano su effervescenti
acque passate
bicchiere di preghiere senza udito
ciò che sarei stata.
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il pescivendolo mano a vento
caccia la mosca
rimango il culo bianco del
quadro di Guttuso.
I commercianti di tempo
riprendono le vendite
non chiedere dove
siano finite le fattezze indistinguibili
di un volto
le rondini che vi si sono posate e poi
sono volate
(gli spasimi arraffano ali destinate
alle transenne)
sai che ci sono
in uno scavo senza vigliaccheria
senza esultanza
è passato il forcipe della domanda
su una nascita che non ti
darà mai calendario
né nome
lì ti sei figlio!
non chiedere:
senza imparare il silenzio
ho imparato a stare zitta
"due si spogliano/…/continuano a spogliarsi/…/sono nudi "
B Korum “Voglio parlare di te notte. Monologhi”
mi spoglio dinnanzi a te
mi spoglio della nascita e della morte
di leggende desiderate
e mai vestite
parole vanno verso silenzi
ormai nude di storia
l'Hotel dei Desideri
racconta ai cronisti
di stanze occupate e di colliri d'amore
di liquide allegrie
sguardi si perdono tra i
battiti
mi scaglio oltre quei
vaghi orizzonti prima del nulla
che imperlano l’aria di
sudori freddi
scivolano le passioni
sporcano per terra come abitudini
scivola la luce
su detriti di felicità
e li scompone
poi li ricompone quasi per gioco
ancora tenere scivolano le vesti delle immagini
ma il caleidoscopio è ormai
vecchio
….
e quegli arcobaleni di desideri…
non è questione
di buccia di banana
