martedì 26 aprile 2022

l'acrobata

Slega dal cappio

la sua forma

Sale le scale 

all’ingiù

Spegne l’interruttore della paura

Volge le spalle al petto

Dove si nasconde l’ultimo 

respiro

Accumula buio la sfida del corpo

Un tuono nell’anima a preparare

ogni momento

Si muove di traverso

Per non  far svanire l’illusione


È vero

Vorrei fosse più vero


venerdì 22 aprile 2022

la nostra bandiera

"la morte assomiglia ad ogni uomo più ancora della vita" 

C. Campo, da Lettere ad A. Pizarnik, 25 luglio 65)


guardare con occhi
chiusi in gabbia
dove maestro é il mistero
e la luce é presagio
costruire coscienze
e metamorfosi
da ritagli di giornale
poi chiodi d'anima
su fake news

strani punti di slancio
per la raccolta degli esausti
tra un fuggire e
un tornare

ma tu lasciami la nostra 
bandiera
anche a brandelli,
ha bisogno di
una morte che le somigli

ho bisogno di una
morte che mi somigli  

non sai, non so



Non sai, non so


É tutto il giorno che

parli

chiedi aiuto

e forse non lo sai


scalza sotto il vestito 

barcolla la 

tua canzone

ignari mendicanti di passione

i tuoi occhi inseguono

navi sospese tra

campanili e porti,


e tu non sai 

e io non so

miliardi di suoni attendono


capisco che ti

ho perso

quando non trovo più 

me stessa


immobile è la solitudine

come non ci fosse stata 
sufficiente
attesa 
l'ombelico è solo a
galleggiare in questo viaggio,

una sorta di prova 
prima
della recita
quando tutto è imminente
come le tracce sporche dei passi
non ancora compiuti

nei paraggi l'acqua ristagna
e non c'è più nessuno 

è immobile la 
solitudine

mercoledì 20 aprile 2022

via degli sguardi




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"una fiammella di mezza
menzogna ancora
in quello o questo
assonnato poro" Celan, "Stretto guancia a guancia a Nessuno" in La Rosa di Nessuno



Via degli Sguardi 
si chiamava

l'occhio lì non aveva identità
né provenienza
sotto
     nessun
               ciglio

come da porta multiuso
              per un multiuso 
                                    nulla
come da dietro persiana 
          incoerente
                  nel gestire labbra
e orecchie
pronte a rimpinzarsi
ancor
       più
             giù
di sagome altalenanti sul 
                           mai

Tutti cercavano la 
               casa dell'Orbo
-il vecchio pirata bendato
dei romanzi un rigo al giorno-

lì si impastavano morsi
di desideri
a fiammelle di mezzi
sguardi
ancora appese alle 
palpebre 
 
sulla panchina per strada
un occhiale  abbandonato
andava a male

nessuno vedeva 
la propria menzogna
perché il passato era 
in ritardo

martedì 12 aprile 2022

uno che...

fuori dal carcere
la porta restava sempre
aperta:

uno che chiede
uno che da
uno che chiede per dare
uno che dà poco per poi 
chiedere molto
uno da leggere 
uno già letto chiede ascolto
uno da guardare per
capire gli altri 
diversi.
Uno che ricorda:

stringimi all’indietro 
riversami sul nulla
mentre ho sulle ciglia 
un bacio 
non sprecato 

sogno di bambola (quasi un ritratto)

“Nemmeno porto un viso

con me, già trapassato in altro viso”

C. Campo, Passo d’addio


come a persona che 

cuce pelle in altri


le bambole mi regalavano 

pennelli e un viso 

non mio

e mi sbalzavano giù

dal quadro

tirandomi

per l'orlo crespo di una gonna 

non mia


mi avvolgevano nel

loro sogno

a raccontare storie

vestita di nuvole


ogni giorno avevo un nome 

diverso

il nome di una o di un'altra

e ancora...


non superai mai l'esame

di ammissione

al disordine insoddisfatto del

loro letto


mi lasciarono

inutile

sul cuscino insonne

rubandomi le scarpe

per fuggire




lunedì 11 aprile 2022

IO-CI-SONO

Io-ci-sono
nel balbettio confuso
di ogni nuovo giorno
quando respirare è mormorare un si
ad attese d'ignoto mai interrotte
e chiedergli: mi vuoi?

Eccomi:
la tazzina del caffè
la prima sigaretta,
la quotidiana banalità
ad addentare lampeggianti voglie di 
vele gonfie sul mare
e clandestina urgenza di reincarnazione.

Ero bella nell'estate
del 7 a.c.
Lo specchio mi rimanda ancora l'immagine
e gli ebrei che,
come me, avevano ascoltato i profeti
erano vittoriosi di speranze.
Parlavo anche il latino.
nelle bettole all'aperto
tra un sole di lucertole squamose
e boccali di vino.

Poi nacque Lui.
divise il tempo
come fosse gingillo.
lucertola bella, ora 
ero "dopo".
avevo attraversato una voragine
con quella incalzante presunzione
di io-ci-sono
al netto di ogni ostinata indagine

E ancora io-ci-sono
tazzina di caffè fumante,
bisbigliando buongiorno alla mia sorte
che in questa nuova 
essenza
ha trovato un modo caldo di
fare ciao alla morte