venerdì 31 marzo 2023

perdono e innocenza




"Contro di te, contro te solo ho peccato"
dal salmo 50


lascia che il suo odore venga meno
sul materasso e
sul cuscino intatto!
il perdono risana
o strizza l' innocenza?

E tu, che te ne fai?
Infischiatene!

lascia che accada 
l’assenza
e in me ne muoia
inquadrala nell'ultima danza
non soccorrerla,
nell’inquadratura la bestia
morde e ride
dita di fumo intride

la stanza insensata non ruota 
intorno a noi e
nell'armadio la tuta si rifiuta
alla gruccia
scivola per terra ostinata
come una
vecchia abitudine
deformata dal tempo e dagli dei

il perdono, mestiere di notte,
non dà senso
a un'invasione di spazi vuoti
non è una bambola

è uno scoiattolo
murato vivo








mercoledì 29 marzo 2023

c'era una volta

"La fauna si muove, mentre la flora si spiega davanti all'occhio
...
Essi non sono...Non sono...
Per loro l'inferno è d'altro genere"
Francis Ponge, Fauna e Flora, da "Il partito preso delle cose" p. 89

da bambina leggevi alle bambole:
"c'era una volta" 
vedevi i fagiani passare,
il loro colore finire nel capanno
sulla mano

Un vaccino cercavi
contro l'imperfetta tenerezza
di quella 
volta che polvere di gioia
guardò di striscio nel capanno 
e volse 
gli occhi a un fiore

"piazza pulita di inferno e paradiso"
diceva la tenerezza timida 
a un fagiano
/un odio vivo
la sorreggeva/

da grande
a ogni stazione
i guanti
si rompevano
alle unghie 
il purgatorio in treno
ti prendeva la mano

/avevi perso l’odio
succede quando s’invecchia (citaz)/

antichi misteri

"Non sospirare quando ti fai il letto
ai tuoi sogni potrebbe mescolarsi/
il sudore dei morti", N. Sachs, "A voi che costruite la nuova casa" da "Nelle dimore della morte", ora in "Poesie", Einaudi 2022

una donna, di antichi misteri 
incappucciata,
intona nenie 
senza trama
e scende cantilene
dondolando
mentre fugge
il sudore dei morti,

la fata Attraverso
l’accompagna
lungo un muro che il mondo 
respira,
sbirciando ogni tanto tra 
i chiavistelli
nel fondo del baule
il suo sudario

sopravvive a se stesso 
l'amore?



mercoledì 22 marzo 2023

in fuga da Pathmos

"a volte la tenerezza che ti viene offerta sembra
solo la conferma
che sei stato rovinato"
Ocean Vuong, "Brevemente risplendiamo sulla terra"

tremenda cripta
te accadde di far vera
a te rassomigliarono i piedi
che sul fango avvertisti
rimpatriati

e la lingua vide
dileggiati
nell'imboscata tesa da un arcipelago di
"accadrà presto":

zattere di tronchi
trascinate sul fiume
come anguille
di intimo orrore;

fuggitiva
ansia di plasmare
l'apocalisse con
i doni che le abbiamo
presentato

pestando il frastuono della fine



melaba








"Morirò nel vecchio stile preoccupandomi ancora per l'avvenire"
A. Rosselli, A me stessa, Palermo 63

…………


scendi da questa gloria vana
di te!
scontroso
il distacco attraversa ora 
come lampo
un'antico asfalto
sospeso come una sorpresa
si imprime
lì dove si sfracella
l'invettiva
mi attraversa laggiù:
sull'ultimo guado
una mela marcia

nata
su una caduta di stile
orgogliosa
batte le braccia
sciolta dentro il cuore

è la mia stampella
un'aristocrazia


lunedì 20 marzo 2023

intracciabilità


“Chi consegnerà il messaggio non avrà identità. Non sarà oppressore”
R. Char, Erbe aromatiche cacciatrici in “La dimora del tempo sospeso, Quaderni di traduzioni LXXXII”, trad. di Francesco Marotta

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e tu conta
il numero delle volte
che sfuggo alla parola,
una geografia che conosco 
il corpo:
ha fame
di queste fughe

in qualche luogo la parola 
ha lasciato  un
pezzo del braccio
in qualche altro 
il piede

si incontrano i luoghi
di uso quotidiano, 
basta aprire
le porte di casa.
poi si nascondono
gli uni negli altri

non vogliono farmi sapere
dove ho lasciato 
il cordone ombelicale
stampato in
più copie

sanno che 
l'unica cosa che cerco 
è la fuga dalla 
mia favola,
l'indipendenza dall'identità


martedì 14 marzo 2023

qualcosa da tacere

“I miei misteri, penzolano

all’aperto in terrificata preoccupazione” 

(A. Rosselli, “preferiresti vedermi friggere nella minestra?” da Sonno, p.1041)


sono poliglotti i silenzi

parlano molte lingue

e ignorano 

i segreti del mestiere


mai visto un silenzio che 

stia zitto


non sapevo fossero  

autobiografici:

come in una tirannica alchimia

resta di noi alla fine qualcosa

da tacere

c'era una volta

"Da dove venivano? Dal luogo più vicino. Dove andavano?
Si sa forse dove si va?" 
(D. Diderot, Jacques le fataliste")*


"C'era una volta":

un inizio che

non voglio schivare


c'ero

quella volta 

anche se non sapevo 

cosa fare

anche se non sapevo 

dove andare

Ma chi sa dove va?


Cercavo il mio 

mutamento

quello che non appartiene 

al sogno

né alla casa dai muri grigi


chi mi avrebbe

narrato con certe 

parole

nella vita degli altri?


lui, il narratore sudato di

una trasmissione di 

esperienze

di consigli pratici 

e volti familiari!


e lui dormiva di buon'ora

mi svegliava

di buon'ora

tra mercanti di ricordi

come le lenzuola


veniva dal  luogo

più vicino 

e ricominciava:

"c’era una volta"



*"D’où venaient-ils ? Du lieu le plus prochain. Où allaient-ils ? 

Est-ce que l’on sait où l’on va ?" 






venerdì 3 marzo 2023

il giaccone nero

sapevo poco delle 

mie adiacenze


mi coglievo di sorpresa dentro 

il giaccone nero

la cerniera inceppata

su una mollica di pane

dalla crosta spezzata


mi coglievo di sorpresa

a raccogliere

tutto quel pane ferito


giovedì 2 marzo 2023

Pinocchio

Pinocchio


"... sono sicuro 

di poter guardare senza angoscia

l'uomo di legno dello specchio"

Miquel Marti i Pol, Qualcuno che aspetta in "Poesia", Crocetti editore, n. 17



Guardarsi allo specchio e 

scoprirsi di legno


C'è un verità che 

fa male

come l'herpes sul labbro

e una che lascia 

indifferenti

non ne conosco 

nessuna che faccia bene


e la tua fata più intima

sorride

mercoledì 1 marzo 2023

il bacio


senza lezioni
tu sei 
pensosa leggerezza
ti lascio un bacio

--grazie: 
lo metto insieme agli altri 
nel cassetto degli odori,
orlando un ponte coi battiti di ciglia

come le tue parole
nell'acquario
colorate di rosso argenteo
dalle squame dei pesci


non nascondere quel bacio, è vivo
     nasconditi
               in quel bacio









il divano nel vicolo

messi in tasca
gli scenari rabbiosi 
venderò le mie labbra
alle bambole
la loro cera pronta 
a sciogliersi

alle luci dell’alba 
è fresco, 
non mi va di pensare
nel dormitorio di noi stessi
sul divano macchiato
con le molle rotte
e la dentiera di altra bocca
per masticare nuove litanie

nel vicolo
lascio a bocca aperta il grido
in assenza di gola