domenica 30 giugno 2019

cercai

cercai dovunque
quel nessun luogo
in forma di un'attesa
che è l’anima mia


scorcio nel panorama
dei tuoi occhi
per un aperitivo in terrazza
sulle Cascate dell' Abisso








venerdì 28 giugno 2019

la fame dei ricordi



i ricordi hanno fame:
come avessero buoni pasto scaduti
divorano a centimetri la pelle.

sotto, tagliata a strisce,
l' anima è di carne 
infelice



giovedì 27 giugno 2019

non ti vedo

non ti vedo
so che ci sei
mi respiri nel sangue
come la cadenza sbalordita delle ore

occhi corrono 
lungo la serratura arrugginita di sale
annusi sulle tracce gli umori
che tento di dissipare

vedi il sangue che versano i gesti
le belve che disegno su quel grido
un azzanno che unisce e disunisce
vorresti che deviassi

che scomparissi per poi riapparire
fai male quanto un calcio
non dato
quanto questa fine che non è mai ultima

l'ago per ricucirmi è nel pagliaio:
sarò ciò che si dirà di me

mercoledì 26 giugno 2019

la zingara del desiderio

Qualcuno un tempo
le aveva raccontato che gli zingari 
girano perché 
desiderano la terra
e che la terra gira perché 
è 
una zingara del desiderio
Lei non aveva nulla
solo un  attaccapanni 
per ogni luogo che
l' aveva vista
e in ognuno aveva appeso
un desiderio diverso

senza maschera e senza vestito:
un brivido nudo

domenica 23 giugno 2019

rimandi

Rimandi sempre

un giorno o l’altro
finirai di tagliarti le unghie
lunghe quanto l'intrecciarsi
dei percorsi dietro casa:
tu
racconti
una storia provvisoria
per ogni dito
poi le travolgi di volta in volta
come già rantolassero e
così ricomincia la 
fine.
È da soli che si impara a parlare
dici ma non sveli
il segreto
che in un farfuglio
Come fai a nominare
senza forbici
tutte queste cose in sosta
sulla loro fine?

I respiri certo hanno un nome.

venerdì 21 giugno 2019

ma sarà il caso?



ma sarà il caso? 
          non c’è attesa
tutto è già accaduto? 
non è successo nulla

e manca
nei depositi ingombri
di ciò che non siamo riusciti
ad essere!

serpenti? 
si intravedono serpenti tra gli alberi
baci? 
solo calci alla tristezza.

chi ne aveva bisogno 
s' inzuppò
di domande inginocchiate

ora le mie bugie sono stufe? 
                        non ho mai detto bugie
delle mie verità? 
                        non ho mai detto verità

Sospettiamo di noi stessi
per non tradirci

Oggi ho visto Dio

posteggiato in divieto di sosta: 
al mio posto

è il suo modo di trarsi
 d'impaccio:
qualcosa si nasconde a piccole dosi

ancora un attimo di me!













mercoledì 19 giugno 2019

le rotte del destino

perse le rotte del destino
le sorprese le custodiva la madre
ai vecchi si lascia la fatica del passato
dei giorni e delle notti strangolate
dalla memoria
gli specchi si frantumano
in mille pezzi
di fronte all'immagine che non riesce
a riconoscerci
ricordavi le speranze impagliate?

domenica 16 giugno 2019

tu poni una distanza

tu poni una distanza
tu cancelli ogni appartenenza 
tu ricordi ai piedi il cammino
tu insegni alla tua bocca
                              una mezza verità 

noi che avevamo perduto 

le chiavi entrammo come ladri
rimanendo fuori
a guardia di noi stessi

Udimmo in lontananza 

                 le nostre voci

un amore

UN AMORE

mi sono data in pasto a un'invenzione
come un pasto che non c'è
inventa
un altro pasto 
in un metro di digiuno

dall'estremità di un'illusione
a lunghi passi misuravo l'assenza







così ti so

così ti so
come non so parola
che un'attimo di me
non t'abbia detta
cado dentro di te come un'istante

cade nel tuo gesto
quasi l'attesa si voltasse indietro
a vivere un secondo fuggito
con un’ora
cui mai era appartenuto

così ti so:
strappato alla fine
è questo istante
e la mia contraddizione
che ti bacia

un attimo di me
enorme come il nulla
si apre e si richiude
trappola del desiderio
che mi sogna

così ti so
e vado alla deriva
una misura assassina
ti scaravento addosso
nella sua interezza

con l'asciutto rigore
di una sciocchezza

sabato 15 giugno 2019

ferita



Basta leggere i giornali
per finanziare la misantropia

ho bisogno
che Dio esista
almeno per me
per gli altri non so
si forse anche per qualcun altro
Speriamo ci faccia questo
favore
anche se siamo contro di noi
senza di noi
Maledizione non so se lo sa fare!

invischiato dubbio

Imbocco
l'uscita di sicurezza
non è una falsa uscita
Io t' imbocco
nell'urto spezzetto
ancora una volta
l'aria
verso/contro di me
tu giri
a bocca aperta
la tua ombra
Ferita



notte inclinata

in queste stanze si aggira qualcuno
che stringe lacci
e poi li allarga
e poi li stringe e gioca e impazza
con chi sta dentro il laccio
e non lo guarda mai negli
occhi
mentre si aggira 
e lo sfida
a sciogliersi senza speranza

ma tu non reprimere
l'impulso sconsiderato alla
luce
vai ad incontrarlo
ovunque
il telefono squilli
anche 
nel passato
per liberare il passato. 

C'è una luce che frantuma 
e una che ci riporta a casa

martedì 11 giugno 2019

il suo letto è di neve

Il suo letto è di neve
la vittima è scomparsa
per vie traverse:
la sua sensibilità
-dove passano uomini e parole-
il luogo pure
e l'inflessione della voce
e l'ora
la vittima ha fatto un lungo
tirocinio
prima di scomparire
ti vedo porgere un pezzo
di pane nero
a libri di lacune spezzate
affamate di orizzonti
in cui il cigno azzurro dispiega le ali
ecco il volto della mutevolezza:
la vittima riappare
fra le tue mani
indifferente.
Ti somiglia:
ha i tuoi stessi capelli
le tue rughe
feritoie i suoi occhi
su di te.
Lascia che capisca:
il suo letto è di neve!
No! La vittima non ti ha capito

domenica 9 giugno 2019

capezzoli di Venere

burro di Bretagnia
Risotto alla milanese
capezzoli di Venere
cotoletta alla viennese
escargot (si cucinano vive)
E per finire
granita al gelsomino

Una vita sola non basta
si consigliano lingue e scarpe 
più appropriate 
ai percorsi

in piazza D'uomo quella sera
fui felice




























C'è scritto un nome su di te
in piccolo
sull'ultima foglia
di un albero spoglio

chi sta con te
chi sta col tuo sesso
vede la precarietà
piombarti addosso con la
furia di una tartaruga calma
Ah la verde calma: strucca la vita
di chi sta con te!
sotto quel cielo nudo è un nome.
Un precipizio insolubile a
tutte le tue domande schiacciava
gli occhi dei giorni    li consegnava
al dolore.
Il desiderio di un bacio
il desiderio di un bacio
il desiderio
              di un
                    bacio
una goccia di errore


e tu un istante
che non mi basta vivere








sotto un cielo nudo
c'è scritto il tuo nome su di me
in prima fila
per questo io non c'ero
ma il mio "non c'ero"
sapeva dov'ero
e allora perché non mi chiamo


chi-ama

mettiamo di fingere
hai fatto accadere qualcosa
in me (da un film: forse Parigi può attendere)



Come rinunciare a
quel sapore tentacolare che
è la loro storia?
I loro attraversamenti hanno memoria
Ora piangono anche le statue
hanno mangiato la loro umanità e
si tengono strette le mani
intinte nell'olio d'oliva

quando scade un sogno

Quando scade un sogno?
ti vedo ancora nel tuo strazio 
quieto
anima nuda e sola
prendersi cura dei minuti ammalati.

Non basta all'esser madre
un figlio
non basta all'esser figlio
una madre.
tu lo sai: non basta il sangue
occorre un sogno

Bella Addormentata 
tu m'hai sognata per questo 
sono nata
poi nel vestirmi
m'hai indossata.

Da allora mi piantonasti il tempo
e fosti giornaliera presenza
anche ora
anche in assenza.
Tu mio limite e suo 
superamento

capacità di chiudere occhi e 
perdonare
tu mia eccezione
le tue mani ora a pulire
i piatti dei miei sogni
dito per dito
a togliere rifiuti e molliche
perché non attraggano topi e 
formiche

giorno per giorno prendi a cucinar quei 
sogni
rilanciando ogni data di scadenza.
additandoli alla tua sofferenza sola
affamata di perché

i sogni dei figli sono una risposta
non scadono mai
quando finisci 
eccoli: puliti brillanti
tu sorridi

sorriso di bimba mi cerca con 
piccolo sguardo
lascio che mi accarezzi il ventre del sogno
pregno di lei.
 
Ora sono io tua madre

il piano di sopra

giunge
un rumore dal
piano di sopra
se non vi abita la morte
e tu stupido ti stropicci gli occhi
prendi a calci i piedi
e poi traslochi

tu! parola che sobilla
le proprie lettere
perché ha paura del suo senso









venerdì 7 giugno 2019

la sua voce

la sua voce correva verso di lui
approdò fin dove
può correre una donna:
lì dove 
l'inguine e il volto somigliano
alla voce

perforare questa madida felicità





la zattera della vergogna

Ho messo la mia vergogna
su una zattera sgangherata,
poi l’ho varata:
adesso è in mare
Solco con lei le onde
della paura e del dolore
incrociando barconi
carichi di morte
e di sudore.
La mia zattera oscilla
e si fa strada a stento
tra sagome veloci
a scomparire in fondo,
ad annaspare
con acqua e grida in gola
e poi affondare.
Furono uomini?
Per chi?
Uomini si è sempre per qualcuno
ma essi non trovarono nessuno
Solo la mia vergogna non affonda,
là su quella zattera vagante,
mangia disperazione a fette
beve coscienza mendace
e non può darsi pace

giovedì 6 giugno 2019

squarcio d'amore

sei solo nella mano destra
la sinistra è vuota
presente 
          da un lato
assente
uno squarcio d'amore
impalato come un nemico a metà del cuore
perché sia bocca vorace di passaggio
perché sia bramosia di morte
Per il mio sdegno 
per la mia bufera
ho intestato una polizza di assicurazione
dissennata:
lunga vita di carta senza scuse
era ciò che restava
ed era cigolio del niente

non ho mai concesso radici 
alle mie cause








lunedì 3 giugno 2019

apro la pioggia




"Quasi leggera morte"*

apro la pioggia
mi guarda 
come una tragedia voltata
a contare una per una le lettere
dei nostri nomi
e noi: soliloqui di un ventriloquo!
Il corpo è un ponte su cui passa leggera morte

questa notte
scopre l'attesa della
tua bocca

*Osip Mandel’štam

sabato 1 giugno 2019

donna nuda



Si era accorta di essere nuda
aveva lasciato che le cadessero anche i capelli

la donna disegnava abiti
sulle parole

biografie strappate
di ombre in maschera

curvava quelle ombre 
in un'ellissi

i suoi sinonimi nidificavano 
come conigli paurosi