domenica 31 marzo 2019

mi travesto da te

Mi travesto da te
mi travesto di te
Ti raggiungo
sono me
quando sorgo in te.

Non sai dove non
ti perdetti mai
Non so dove tu
calda perversione
mi improvvisi.
Ma è passione.

Non voglio pagare 
un'imposta 
sull'immoralità del silenzio:
mi hai venduto a una
congiura
di desideri monodose

fulmini le tue labbra
qualcosa che ingoiasti è
nato nella mia parola
parlo te: è una pazzia a ore
come l'eternità

non vado a trovare i pensieri
non voglio ucciderli
Se mi cerco è te che trovo

nudo è il seno
quando
ti contempla
io e i tuoi occhi
viviamo di gelosia


favola sofferente







Come fosse accaduto qualcosa
non mi respira più
l’aria che respiro
forse manca.

sul tavolo, le pagine aperte
si sono chiuse

L’attesa non è più
speranza
Solo un alt, un bisticcio
senza pretese
senza bisogno
di spiegazioni
La spiegazione è un dono
da pagare a chi
vuole una favola da
ascoltare
Sei tu la favola?
come in te fosse accaduto
qualcosa.
















risate amare




Parlo con le mie risate
quando si sentono forzate
a certi lavori
per esempio
portare giù il cane
o grattare la schiena alla vecchia zia

Certe volte penso
che sono risate tue:
le fai quando porto giù il cane
o gratto la schiena alla vecchia zia

sabato 30 marzo 2019

il mio viso

Il mio viso è
quello di tutti gli altri
aspetta la pioggia che lavi
la polvere dagli occhi
Nessuno ha un occhio
in più
per sognare

Eppure ho appreso
di occhi che sognano
Sono capitombolati così
senza preavviso
come arrivano il pianto e il riso
Ora devono essere andati via

C è una strada laggiu
dopo l’angolo
in forte pendenza
a strapiombo dietro le spalle di tutti
su una realtà senza storia

Dietro,
le spalle di tutti
sono le mie
forse è lì che gli occhi
sognanti
si sono sfracellati

io non so di me

giovedì 28 marzo 2019

turbami

Quali sono le tue esigenze?
Non meravigliarti di me
non disturbarmi

con la lingua esploravi la 
mia bocca
tutta

domenica 17 marzo 2019

sabato 2 marzo 2019

calze e peccati


I miei peccati indossano calze
trasparenti e
parlano di freddo ai piedi.
Credevo di averli raggiunti
e averli agguantati per le caviglie.
Sbagliavo. 
Mi ero imbattuta in gambe furiose 
sui piedi di un'altra 
in bilico tra falcate di peccati teneri
appena nati
incapaci di parole
cocenti
I miei erano 
senza più parole
a togliersi le calze
roche
che indossavo ieri
mentre tu ti sposavi
mentre io 

mentre
io


la parola

Amante figlia sorella madre
la parola è solo un presagio
che illumina e 
spegne l'irruzione del silenzio 
nella pelle e nel dolore.
Noi le diciamo: 
vieni 
getta un'occhiata
al nostro sesso e va
ricorda 
dimentica.
È un ritrovarsi lì
col fardello dello Straniero
un assassinare la violenza
sulla parete dorata del cuore.

Incrocio le gambe 
sul seno