Questo lo sapevamo
Ma quanti strati siano
Questo non lo sappiamo
Il primo, a tutti noto,
È il più superficiale
È quello del tuo viso
Quello solo umorale
Su di esso leggi
quello che ti è accaduto
Se hai vinto un terno a lotto
Oppure se sei fottuto
Chi giudica all'esterno
Ti guarda e poi commenta
Quel tipo è un...indiscreto
Basta guardarlo in faccia
Per carpirne il segreto
Vi è poi un secondo strato
Tutto da rivelare
Si tratta dei tuoi sogni
Oppur del tuo parlare
Lì si condensa spesso
Tutto quanto è accaduto
Quando eri molto piccolo
E tu non lo hai voluto.
Qualcosa là si è rotto
E Freud ne va ghiotto:
il padre, poi la madre..
tutti quei personaggi
cui addossare la colpa
Di quel disagio strano
Che con noi ci portiamo
Un terzo strato? Forse!
La sfera del sentire profondo innamorato
Che come un sogno appare
Anche se non sei addormentato
Per quella tu ti batti
con tutte le tue forze
Nell' arena del mondo
Ti spendi a tutto tondo.
Niente ti può fermare
Se la vuoi realizzare
Sogni ma ad occhi aperti:
Sogni così ridenti
Che questa volta Freud si romperebbe i denti
Vi sono degli altri strati?
Ormai ne ho perso il conto
Spesso ce li inventiamo
Per proteggere dagli altri
Il nostro io profondo.
Ma ... c'è quest'io profondo?
Da ultimo a dar conto del piano orizzontale
C'è uno strato ulteriore, diremo, verticale
Questo attraversa tutti, tenendoli in contatto,
Legandoli l'un l'altro quasi come in un patto
A questo tu ti affidi se l' uomo vuoi capire
Se il suo io, quello proprio cerchi di riscoprire
Se tenti piano piano di far venire a galla
Tutto quanto di vero non lo rende una balla
Lì solo puoi afferrarne l' intima condizione
Senza che sia il momento della sua estrema unzione
Gustare la bellezza di quella ciliegina
Che è posta sulla torta fino dalla mattina
Se cogli quello strato in modo non banale
Comprendi che l'Eterno possa farsi mortale
Che il gioco sia in tal guisa
Vale certo per il maschile.
Ma vale, mi domando, anche per il femminile?
Oppure per noi donne il meccanismo è il cuore
E può vederlo solo la lente dell'amore?
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