so che ci sei
mi respiri nel sangue
come la cadenza sbalordita delle ore
occhi corrono
lungo la serratura arrugginita di sale
annusi sulle tracce gli umori
che tento di dissipare
vedi il sangue che versano i gesti
le belve che disegno su quel grido
un azzanno che unisce e disunisce
vorresti che deviassi
che scomparissi per poi riapparire
fai male quanto un calcio
non dato
quanto questa fine che non è mai ultima
l'ago per ricucirmi è nel pagliaio:
sarò ciò che si dirà di me
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