Un terremoto di ore questa fretta.
Chi ha prenotato l' amnistia
rischia di non trovare
più il peccato e la sua voce
La carne è un ponte che il desiderio ha
attraversato
una volta e
ancora e ancora
una goccia di pioggia
inzuppata di sguardi
che appartiene a tempeste
diverse sui polpastrelli
l' andare immobile
di un fruscio
dietro le orecchie
del bosco mentre accende i toni:
cose che non puoi portar via
né lasciare sul tavolo
come posate
rubo una sorpresa
ogni notte
al tuo rasoio usato
male:
una guancia ruvida
a stupirmi il volto
Si aprono i profondi sigilli
arrampicano scomposti in te
e tu li strappi e poi li dici al vento
suonami cantami danzami
minacciami di non saper peccare
sta per scoppiare una granata
sulle ali dell'uccello in volo
Qui non c'è mai un silenzio
che non abbia detto
niente
mercoledì 29 maggio 2019
martedì 28 maggio 2019
soliloquio
parlo verso il silenzio
uguale inesistente
rabbrividisce come un’albergo
sotto la neve
d’accordo: è immobile!
la carne ora si abbarbica
alle ossa
la pelle maschera un sogno
sul fiume
e scorre scorre
ma come è lontano l’”ora”!
ti incontrerò
nella tua assenza:
chiaroveggente amica
ha indossato
il mio scialle a fantasia:
un cartoccio al desiderio
lì si è fermato il mio silenzio
chi si imbatte adesso
nella parola che
l'ha creato?
una parola infilzata su un cancello
una parola cancellata
parlo verso il tuo silenzio
non è intero
innamorato com’é
ora ne scorgo una parte
(lascio che mi attragga)
ma come è lontano l’”ora”!
l'altra non so dov’è
domenica 26 maggio 2019
giovedì 23 maggio 2019
E l' 'Ospite
formavo gli anni alle parole
quando ti ricevetti in una casa non mia
poi le mandavo nel nulla.
e tu mi facevi salire sul tram di
indulgenti complotti
che sapevo/che ignoravo
-ci stavo così bene!
e si andava e si andava...
e l' Ospite in me guardava
Aveva urgenza
di cosa?
Ecco non so
di tutto/niente:
di me!
Aveva urgenza di segare
gli anni alle parole
di farmi bianca con la loro
polvere
e l' Ospite si slanciava
sulla porta della mia urgenza
e la mia voglia di passato
e la passione
e si frangeva
e m' insegnava
a suonare a cantare
a battere sul tamburo di
di un fosforescente dolore
di una magrezza
Vieni
sulla mia pelle di carta
schizzami di poesia
Vieni presto
per noi
sequestra la sera!
quando ti ricevetti in una casa non mia
poi le mandavo nel nulla.
e tu mi facevi salire sul tram di
indulgenti complotti
che sapevo/che ignoravo
-ci stavo così bene!
e si andava e si andava...
e l' Ospite in me guardava
Aveva urgenza
di cosa?
Ecco non so
di tutto/niente:
di me!
Aveva urgenza di segare
gli anni alle parole
di farmi bianca con la loro
polvere
e l' Ospite si slanciava
sulla porta della mia urgenza
e la mia voglia di passato
e la passione
e si frangeva
e m' insegnava
a suonare a cantare
a battere sul tamburo di
di un fosforescente dolore
di una magrezza
Vieni
sulla mia pelle di carta
schizzami di poesia
Vieni presto
per noi
sequestra la sera!
mercoledì 22 maggio 2019
pescispada
Sono ancora muti i pescispada?
permanenze abusive
e la smania lancinante
di ascoltarne
un'ultima volta sulla pelle
il silenzio
nel chiasso sgargiante
della danza di
plastica tatuata
in mare
Vieni
sulla mia pelle di carta
tuffati
a scrivere una poesia
Vieni presto
per noi
sequestra la sera
permanenze abusive
e la smania lancinante
di ascoltarne
un'ultima volta sulla pelle
il silenzio
nel chiasso sgargiante
della danza di
plastica tatuata
in mare
Vieni
sulla mia pelle di carta
tuffati
a scrivere una poesia
Vieni presto
per noi
sequestra la sera
martedì 21 maggio 2019
la lancetta dei secondi
in quella stanza
la lancetta dei secondi
girava all’indietro.
Non faceva tic tac, faceva tac tic
ogni tanto si fermava
quasi stanca di instupidire
il tempo
e tu ridevi ridevi
scioccato e sciocco
entravi a gonfie vele nella
sua stupidità.
Distante una passione felice
la forza villana della tua ragione.
fate largo
fatemi largo:
chi insieme a me vuole tornare
a nascere:
tutti?
Tutti.
Si tutti.
come un orologio rotto
la lancetta dei secondi
girava all’indietro.
Non faceva tic tac, faceva tac tic
ogni tanto si fermava
quasi stanca di instupidire
il tempo
e tu ridevi ridevi
scioccato e sciocco
entravi a gonfie vele nella
sua stupidità.
Distante una passione felice
la forza villana della tua ragione.
fate largo
fatemi largo:
chi insieme a me vuole tornare
a nascere:
tutti?
Tutti.
Si tutti.
come un orologio rotto
domenica 19 maggio 2019
Zzz
Chi digerisce una vita evasiva
scritta su muri
che non hanno preso appunti?
dall’altra parte
solo il vento acuminato di un' iride
gli occhi a fissare agganci
che non ci sono:
lo sguardo in avanti
non è meno all'indietro
lastrico di bava i marciapiedi
trascino il mio cranio
lucidato con i capelli
ho messo quell’iride sul cuscino
ci ho dormito sopra
puntellata su una smorfia
per un cieco d’anima
frutta sbucciata
di odorosa follia
questi tumulti torrenziali
a fare largo e stretto
ho chiamato a raccolta
calze bucate
per separare le visioni dagli equivoci
l'intesa dalla resa
i pezzetti di sussurri dai vicini rumorosi
dimenticanze incalzanti da frettolose irrequietezze
incongruenze e peccati da incoscienze
Zzz...
guardavo te e la mia vita
seduti a un tavolo
vicino alla toilette
all'uscita
si paga lo stesso salato
oggi è arrivato
un telegramma antico:
“non c’è risposta”
scritta su muri
che non hanno preso appunti?
dall’altra parte
solo il vento acuminato di un' iride
gli occhi a fissare agganci
che non ci sono:
lo sguardo in avanti
non è meno all'indietro
lastrico di bava i marciapiedi
trascino il mio cranio
lucidato con i capelli
ho messo quell’iride sul cuscino
ci ho dormito sopra
puntellata su una smorfia
per un cieco d’anima
frutta sbucciata
di odorosa follia
questi tumulti torrenziali
a fare largo e stretto
ho chiamato a raccolta
calze bucate
per separare le visioni dagli equivoci
l'intesa dalla resa
i pezzetti di sussurri dai vicini rumorosi
dimenticanze incalzanti da frettolose irrequietezze
incongruenze e peccati da incoscienze
Zzz...
guardavo te e la mia vita
seduti a un tavolo
vicino alla toilette
all'uscita
si paga lo stesso salato
oggi è arrivato
un telegramma antico:
“non c’è risposta”
giovedì 16 maggio 2019
andremo via
Andremo via
ci lasceremo in disuso
lasceremo anche i baci
accordati
a statue
che abbiamo abbracciato
nei giorni di fuoco
a ore di pietra che credemmo
di seta
ai gesti accaldati per anni
Tolgo dai mobili quel che vi resta:
polvere di voci senza
inflessione
quando il percorso fa
un passo avanti al ritmo del vuoto
La carne la carne
niente più è un rimanere
è partita adesso
era fuggita prima.
Non rimbalza più tra
le dita stracciate
È in stato di grazia
un delirio di
assenze
ci lasceremo in disuso
lasceremo anche i baci
accordati
a statue
che abbiamo abbracciato
nei giorni di fuoco
a ore di pietra che credemmo
di seta
ai gesti accaldati per anni
Tolgo dai mobili quel che vi resta:
polvere di voci senza
inflessione
quando il percorso fa
un passo avanti al ritmo del vuoto
La carne la carne
niente più è un rimanere
è partita adesso
era fuggita prima.
Non rimbalza più tra
le dita stracciate
È in stato di grazia
un delirio di
assenze
domenica 12 maggio 2019
desiderio
è una Maledizione
quel folle desiderio di tenerezza
che mal si addice
a tutti gli abiti
che sopporto
strappo gli abiti
li faccio a brandelli
insieme alle maschere
ai loro sproloqui beffardi
li aggroviglio
sotto i piedi
da quanto te ne ho parlato?
è una Maledizione
quel folle desiderio di tenerezza
che esploda
che mi lasci accondiscendente
nuda:
nuda nuda
carne:
carne carne
pelle amara!
può terminare solo
con un'imprecazione
o con un bombardamento aereo
di preghiere
e tu che m' hai risposto?
vado in fretta senza voltarmi
che distanza ha il mondo?
si è identificato con il mio
becchino?
chi ricorda i peccati?
No non voglio il loro
sudario anzi...
Voglio un anticipo sui loro diritti!
E tu...
chi tu?
dove tu?
perché tu?
Ah già: tu!
giaciglio di una cantilena inamidata
anche la mia scodella ha il mal di pancia
E' una Maledizione...
quel folle...
quel folle desiderio di tenerezza
che mal si addice
a tutti gli abiti
che sopporto
strappo gli abiti
li faccio a brandelli
insieme alle maschere
ai loro sproloqui beffardi
li aggroviglio
sotto i piedi
da quanto te ne ho parlato?
è una Maledizione
quel folle desiderio di tenerezza
che esploda
che mi lasci accondiscendente
nuda:
nuda nuda
carne:
carne carne
pelle amara!
può terminare solo
con un'imprecazione
o con un bombardamento aereo
di preghiere
e tu che m' hai risposto?
vado in fretta senza voltarmi
che distanza ha il mondo?
si è identificato con il mio
becchino?
chi ricorda i peccati?
No non voglio il loro
sudario anzi...
Voglio un anticipo sui loro diritti!
E tu...
chi tu?
dove tu?
perché tu?
Ah già: tu!
giaciglio di una cantilena inamidata
anche la mia scodella ha il mal di pancia
E' una Maledizione...
quel folle...
domenica 5 maggio 2019
gironzolavo
gironzolavo
attorno a un desiderio
seduto su un tempo d'altri amanti
a un chiodo bucato i miei peccati
troppo simili a speranze
e noi assenti
mai così vicini
sguinzagliata la voglia di toccare
la tua gola
profonda
ho messo a turno
il mio sesso:
attorno a un desiderio
seduto su un tempo d'altri amanti
a un chiodo bucato i miei peccati
troppo simili a speranze
e noi assenti
mai così vicini
sguinzagliata la voglia di toccare
la tua gola
profonda
ho messo a turno
il mio sesso:
precipizio o cuscino
gioco di circostanze
troppo in pronta consegna
quale peripezia fa da sfondo
vivace
allo sguardo?
il mio nome il tuo
non detti
giocano a pestapiedi
fu a te che mi chiesi
amico della mia pazzia
non gridi ancora a me
l'orario
in cui sarai ritmo che incanta
cadrai nel luogo della mia parola
e io di riflesso a te
verità di un errore:
lo so
sì lo so.
Ma tu
non abortirmi amore
troppo in pronta consegna
quale peripezia fa da sfondo
vivace
allo sguardo?
il mio nome il tuo
non detti
giocano a pestapiedi
fu a te che mi chiesi
amico della mia pazzia
non gridi ancora a me
l'orario
in cui sarai ritmo che incanta
cadrai nel luogo della mia parola
e io di riflesso a te
verità di un errore:
lo so
sì lo so.
Ma tu
non abortirmi amore
sabato 4 maggio 2019
Voce originaria
Se si ode quella voce originaria
quasi sospesa
chi l'ascolterà
chi la fuggirà
chi potrà risponderle: vengo?
Sul capo una parrucca rossa
come il sangue
la stessa che indossavo
al tempo in cui insegnavo
come si muore
ai fiori
al tempo della mia parola
Il passo si muove
avanza
poi si ferma ad accarezzare
la pelle del silenzio
la guarda
La voce originaria accartoccia
tutto il silenzio
poi precipita
Chi è adesso da
proteggere?
Chi rivuole indietro
qualcosa
come un io?
cos'è mai avere dentro di sé
un'eco!
quasi sospesa
chi l'ascolterà
chi la fuggirà
chi potrà risponderle: vengo?
Sul capo una parrucca rossa
come il sangue
la stessa che indossavo
al tempo in cui insegnavo
come si muore
ai fiori
al tempo della mia parola
Il passo si muove
avanza
poi si ferma ad accarezzare
la pelle del silenzio
la guarda
La voce originaria accartoccia
tutto il silenzio
poi precipita
Chi è adesso da
proteggere?
Chi rivuole indietro
qualcosa
come un io?
cos'è mai avere dentro di sé
un'eco!
venerdì 3 maggio 2019
H Villalobos: su piano concerto n. 1
(Su H Villalobos: piano concerto n. 1)
una sequenza avida di note
appare e scompare
nell'incanto
uno sconvolgente sussurro
del corpo
e travolgente
afferro
ti afferro il cuore
resta su di me l'odore
di quella staffetta con il tempo
che facemmo insieme
io e te arrivammo primi
ma non glielo dicemmo
per questo lui gira
in tondo
dove il mondo non finisce
e ci rilancia altrove
vieni saltiamo dentro dolce amarezza
confondiamo la musica
alle note
è qui che sento
saltiamo ora nel qui
una dolcezza acchiappa
la tua lingua
la violenta
cerca il caldo che hai dentro
e che ribolle ribolle
afferra
quei mille anni del tuo ventre
il suo calore
pieghi sulle stelle
per rubare fili di luce
alle tremende note
nel qui dove nascondo i sogni
nei mille anni del tuo ventre
..................................
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