mercoledì 31 ottobre 2018

suono


Conosce anche il suono
la pagina girata
sul tempo
un suono
appena arrivato
e già fuori controllo
un po' bugiardo 
screanzato

Così ciò che fu scritto
e che era poi di te
tornò sopra
una riga che
non leggevo invano

-amico mio dal suono
mi prendesti
la mano

tornò verso la casa
con la finestra aperta
che generava 
un' ultima gelosa stella

-amico mio dal suono
la tua attesa mi chiama:
vieni vieni sorella

Si appese a quel
richiamo
lo percepì complice
nel luogo dove le mie ossa
soffiavano di te
nei miei piedi spenti
fece un bilancio strano:

aspettami di più
ma non per sempre







martedì 30 ottobre 2018

Eppure


Eppure è così:
siamo figli di una novità
che non ha storia
o che l'ha persa
e non sa dove

siamo nati
-fuori dal nostro sangue
ai piedi di un letto vuoto

da un fondo di speranza
che subito fu bieca
da una malia
sfuggita ad una sfera cieca

non era abbastanza bella
non era abbastanza odiosa
non era abbastanza vera
non era abbastanza
menzognera

non siamo nati giovani
non siamo nati vecchi
la buona notizia è che
non ci sono più altari
per genuflessioni

Basta leggere i giornali
per finanziare la misantropia
quella vecchia prostituta odiosa
(chi è preoccupato?)

ho bisogno
che Dio esista
almeno per me
per gli altri non so
sì forse anche per qualcun altro
(uno che spii il suo pellegrinaggio)
Speriamo ci faccia questo
favore
anche se siamo contro di noi
senza di noi
Maledizione! non so se lo sa fare

invischiato dubbio

Imbocco
l'uscita di sicurezza
non è una falsa uscita

Io t' imbocco
nell'urto spezzetto
ancora
una
volta
l'aria

verso/contro di me
tu giri
a bocca aperta
la tua ombra

ferita

lunedì 29 ottobre 2018

discorso d'amore

discorso d'amore:
solo immediato sentimento
dell'amato 

immaginazione che si

dichiara:
parole mai pazze e sempre
da impazzire

turbolenza di un soliloquio
ad avvolgere chi amo
in una intera vita
spezzata 
de-siderante 

la mia pelle in corteo
si arrende a te
e la mia voce segue 
il tuo corpo

L'inferno è troppo poco

una scintilla è troppo
ora la mia voce insegue
il tuo corpo









carne emotiva

Carne emotiva

forse non si ama mai 
abbastanza:
violenta si annida la bocca
si schiude si aggancia si chiude
hai il volto
che merita la tua carne

o forse l’amore
non basta a
questo amore:
m’appari con quel volto
che non ho mai visto

e le tue mani mi guidano
destre



martedì 23 ottobre 2018

mozia

Laggiù
il mulino a vento
le saline
Si lascia intravedere ogni tanto
tra le onde secche
come cifra da leggere a rovescio
una città straripata da
qualche affetto
o parola
macinati a pietra
È amore? È morte?
Trappola per chi ci finisce dentro
o per chi la evita?

la memoria
non brontola più
mi incrocia le gambe
sul senoche messinscena!







domenica 21 ottobre 2018

era la notte



Dialogo con la notte



mi sono sentita chiamare
era la notte

--------

E andavo per la tua bocca
in cerca del tuo vuoto
era quello che volevo
assolvere
-o santificare
come si assolve
-o santifica
una data lontana
solo a pensarla
- o ci si uccide

e andavo in cerca di qualcuno
che ricucisse l'anima
alla lingua
volevo dire:
le tue viscere e le mie
a desiderarsi
ancora

---------

Sei impazzita?
smettila di riflettere
sul come e sul perché
chiamassi proprio te!

dove affogano i singhiozzi?

No
nulla da obiettare
poco ho da dire sul vicino
poco ho da dire sul compagno
poco ho da dire su di noi
su di te
poco ho da dire

di quando in quando
un'agitazione
un "appena"
tracciato storto
su quaderni di appunti squinternati
in cerca di una lacera garanzia
una furiosa memoria
come di capezzoli rinsecchiti

di notte di notte
dove affogano i singhiozzi?
furti
fatti a un Dio beone
infilato dentro una bottiglia
fuori da ogni convenzione

No
nulla da obiettare
su una fiumana di nomi in fuga
-chi siamo stati?
Portiamo sul cappello false profezie
e sotto conti che non tornano
ci galoppano in testa
le nostre città
tra loro
soffocato sdegno:
fate largo
lasciate passare lasciate andare

Ciò accade qui proprio ora
sotto casa

ma bastaaa
non torcerti le dita!










venerdì 19 ottobre 2018

l'anima e le vespe



ho ceduto l'anima
a un nugolo di api
perché ne facessero
miele

che bisogno ho io
della mia enorme anima?

.....

accidenti: ho sbagliato
erano vespe


martedì 16 ottobre 2018

malia

con un bicchiere di vino
tra le ginocchia
lunghe passeggiate
Il Venerdì Santo praticavo il digiuno
ma non avevo locuzioni interiori
forse ora uscirò di scena
come una buona a nulla

malia
il lembo di una veste
aspetta
l'autobus

lunedì 15 ottobre 2018

carillon

Lasciamo aperta
la nostra stravaganza
all'epifania della tua pelle

metti in mano la tua coda
poi tirala  
verso di te
tira forte anche la lingua
un.. due.. tre..
è così che si carica
il carillon

la tua
musica di sottofondo
appenderò al mio lampione

domenica 14 ottobre 2018

trama di parole

Ci sono tarli dappertutto
tarli all'attacco!

una parola è finita
in un pozzo
in fondo in fondo
non è trasalita
non è rimbalzata

è quella
che il mio orecchio
attende?
quando il mio seno veste 
l'intollerabile calore 
del tuo seme

giovedì 11 ottobre 2018

piccolo amore

Fra le pieghe dei corpi
una sciarpa
a squarciagola 
lasciava dietro
parole oscene

Lo aveva pensato
me lo aveva anche detto:
"piccolo amore intonami
indossami
senza guardarmi"
Aveva sete
me lo aveva anche detto
prima di immergersi a singhiozzi
nella mia gola:
"piccolo amore ti berrò"
e mi aprì l'anima e le gambe

poi il trasporto fu memoria
Era legge marziale tra noi
avvolta di rabbia e di
magia

stavano lì




Una dopo l'altra 
le suole si erano aggrappate 
alla terra
le distanze si erano accasciate 
sui piedi
ora
stavano lì
nello spiazzo
vicino alla fontana
-non questa
ma quella-
"ho il mio orizzonte alle spalle"
disse una
Poi ringhiosa aggiunse
"inutile girarsi girerebbe anche quello.
È buffo mi fa da ombra
Avere per ombra l'orizzonte è tanto!
È come avere tutto su una linea
O forse è solo il mio dito indice
che punta sui posti vuoti
di un'anima chiamata
pelle". 
Poi ti affidi:  "È pur sempre qualcosa"

"Stiamo fuggiti
senza noi stessi
-fece a valanga un altro-
lasciandoci dietro
le nostre domande
e l'indifferenza degli dei
come bicchieri 
tintinnanti di vuoto e mozziconi.
Abbiamo finito di tingerci addosso
-non eravamo mai troppo belli?-
L'ultimo spray di tintura 
ha paralizzato 
una mano di rosso 
e nel pugno chiuso a pietra
ci ha lasciato
l'unica mosca catturata
Ma -tu dici- è pur sempre qualcoosaaa!"

Il tempo della fede è un posteggio 
che non si nega a nessuno
poi resti solo



























mercoledì 10 ottobre 2018

A BANKSY

A BANKSY


primavera-estate-autunno-inverno

fermala prima che scappi,
prima che ti scappi
e ti lasci a....

non guardare
smettila di guardare il nulla
Non si vede
oppure si?

non posso dartela più 
la bambola
indietro non tornerà 

primavera-estate-autunno-inverno

il colore 
del suo vestito è rimasto
sui tuoi passi:
quel rosso violetto disperante
come
la stanza dei giochi 

la bambola stringeva nel pugnetto
chiuso
un palloncino:
rosso violetto allegro allegro

appena una tregua e poi

primavera-estate-autunno-inverno

domenica 7 ottobre 2018

desiderio


Essere lì dove è il desiderio
e il desiderio non ha confine
essere lì dove non si ha confine
mai dove il confine non ha desiderio
-il confine:
uno sciocco verbale di 
sbocchi morti-

Stava in silenzio da un pezzo
le ultime parole
non le aveva dette:
erano diventate invisibili

Forse erano sotto i piedi
forse ci stava camminando sopra


mercoledì 3 ottobre 2018

la solitudine delle parole






Solitudine di parole: a-patiche
la loro pronuncia: attesa fra silenzi
in mezzo: ritrovarsi 
(indugiare tremare decidersi infine
ma a che prezzo!)
un solo evento: andare avanti
ma per ritorni 
senza calpestare
il segreto del loro patto
Non so se queste rette si incontrano
altrove -sulla pelle certo
se si somigliano si chiamano
si avvinghiano
se barano o
disegnano un nodo scorsoio
per il futuro
di inquietudine
o cerchi 
senza centro
Urlate -gridai
mettete giù la vostra 
solitudine
Ricopritemi

Nessuno sa che parole  
tace
il resto del mondo

lunedì 1 ottobre 2018

cenere 2



Tu vai ogni mozzicone di aurora
col bisogno
di strattonare la notte
di interrogarla
per paura che il tuo fuoco dentro
come vampata in mezzo alla legna secca
altro non sia che brace
poi subito
lapidabile
cenere

le ceneri si stavano ormai freddando
non si ricordavano più
delle mani
che avevano scaldato
e non avevano più tracce
di impronte
erano preparate a farsi disperdere
dal vento
non appartenevano più
a niente a nessuno

forse non le avrebbe disperse il vento
forse avevano le ali/ i pattini d'argento