FIORI DI LUCE
Sei bello da così tante parti
che non so
dove voltarti prima.
Vorrei mi regalassi un mazzo di fiori
di luce
e lo lanciassi in fondo
tra le sabbie deserte
del mio ventre.
Come quando a Parigi
la tour Eiffel si accende
sulla Senna:
dall’altra parte della città
il mio corpo
si accorge di avere indosso i suoi trampoli
fosforescenti e li addenta.
Prestiti di luce,
vanno oltre la mia misura che squittisce
tra i rifiuti dei giorni in cui nacqui
Sento che il dolore
di domani
smetterebbe
di slurparmi ancora
con la sua lingua
il sangue.
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