Sobbalzo,
graffio lo specchio con le unghie,
le spezzo
"Mi hai rubato la rabbia
-lo aggredisco-
Dove andrò a cercarla
se non la vedo in te?"
E io che credevo non mi importasse più
quel resto
nascosto in una piega
di un mio demone diafano,
un'urgenza tra parentesi.
Invece avevo solo
messo le pantofole.
Incapacità d'amare?
Era paura.
Non sempre si ha coraggio di
scorrersi dentro
Non mi voglio tranquilla,
"di famiglia"
Che me ne faccio di
silenzi in vestaglia,
bugie al pane di casa e
dissetanti sorrisi?
Voglio mordere a far male
a imprecare asciutta
a azzannare il passato.
a bestemmiare il tempo
Diventa fremito
d'anima
presto, adesso:
che sconvolga ancora
Ho un nome, lo conosco?
Lascio
la domanda
galleggiare,
getto un salvagente,
come fiamma ferita è aperta
mare di fuoco:
spero prima o poi di tuffarmici dentro.
la guardo,
mi cerca in tasca una sigaretta
Nessun commento:
Posta un commento