mercoledì 15 febbraio 2017

IO-CI-SONO


IO-CI-SONO

Io-ci-sono
nel balbettio confuso
di ogni nuovo giorno
quando respirare è mormorare un si
ad attese d'ignoto mai interrotte
e chiedergli: mi vuoi?

Eccomi:
la tazzina del caffè
la prima sigaretta,
la quotidiana banalità
ad addentare lampeggianti voglie di vele 
gonfie sul mare
e clandestina urgenza di reincarnazione.

Ero brunita e bella nell'estate
del 7 A.C..
Lo specchio mi rimanda ancora l'immagine
e gli ebrei che,
come me, avevano ascoltato i profeti
erano vittoriosi di speranze.
Parlavo anche il latino.
nelle bettole all'aperto
tra un sole di lucertole squamose
e boccali di vino.

Poi nacque Lui.
divise il tempo
come fosse un gingillo,
lucertola bella, ora
ero "dopo".

Avevo attraversato una voragine
con quella incalzante 
presunzione di io-ci-sono
che perseguita
al netto di ogni ostinata 
indagine

E ancora io-ci-sono:
tazzina di caffè fumante,
bisbigliando buongiorno alla mia sorte
che in questa nuova 
essenza
ha trovato un modo caldo di
fare ciao alla morte






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