Nella morte mi specchiai.
I capelli tinsi
di un oro rosso
porporino
perché li vedesse,
perché li vedesse,
le dita inanellai
col fango della terra
asciutto
per mostrarle
la mano che brandiva
il cuore vivo
e glielo lanciava
contro
urlando
perché si atterrisse.
Ma lei ruppe
lo specchio
in mille pezzi
di me non rimase
che una ciocca rosso oro
e un dito di fango
accusatore
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