quello dell'altro
si chiamano ancora per nome
i miei compagni
stanno
a giocare come una volta
a far sberleffi
alla morte:
"è là
-che non ci raggiunga per carità
no è qua
-che non spenga le lampade di già
è appena più oltre
-da qui non può scorgerle è notte
non si vede più
-allora forse è alle spalle
no no guarda riappare: uccidila presto è laggiù..."
Le loro parole risalgono il tempo
quasi fossero prima.
Il mio moncherino
scompiglia loro i capelli
-li afferra
le lacrime che vi diedi per casa
lì voi abitaste
E i compagni hanno il nome
di tutti i miei
"perché?"
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