giovedì 30 marzo 2017

NON ANCORA: ciak si gira

NON ANCORA

Cercate di capire voi
quel che non so capire
mi assale
mi fa soffrire.
Lo sa il mare?
Forse la notte o il sole
che passano solitari
sul mio campo?
Il corpo avverte
una ferita aperta
non ancora ricevuta.
Una musica scritta
non ancora suonata.
Un'immagine invisibile
già delineata.
Figlio di un figlio mai nato
l' inizio è sceso
in campo.
Scritta la partitura
attende il suo "ciak si gira".
No, no, non voglio
sapere chi è il regista.
Il suo respiro partorisce
fumo nero
e la mia controfigura
tarda ad arrivare.
Come assaltare
quel che non so capire?
Accoglierlo
è non aver mai pace.


Il regista finisce ancora
dentro
il suo fotogramma

ad un anziano amico

Domani è il tuo compleanno,
domani sarà il tuo compleanno,
domani era il tuo compleanno
Troppi tempi,
non contiamoli che dici?

Cella di isolamento, ormai,
a programmi futuri
a rimpianti.
Porti al polso le tue bandiere come
un braccialetto,
le fai tintinnare
sui tuoi smacchi.

Dove sei ora ?
Difficile dirlo!
Sei lì o te ne sei tirato fuori,
quasi con un calcio ti avessero
sbalzato di sella?

Hai ormeggiato la vita
a un colpo d'ala che poi non hai mai dato.
Non puoi fare finta che non sia successo.
Così è passata su te, travolgendo distratta
ogni amore.

Cella di isolamento:
ormai solo un'attesa vuota
lunga o breve che sia,
lampeggia a intermittenza
nello sguardo.

Talvolta sorridi ancora,
compiangi sornione la vita che
non t'ha fermato:
poveraccia,
non sapeva con chi aveva a che fare!


mercoledì 29 marzo 2017

ROGO DIURNO (trovatore)

ROGO DIURNO

Tumultuosa
la mente s’apre al giorno,

nel pulviscolo d’asprezze
partorisce
attese magmatiche
lente
a distendersi nel tempo

Strappo
la veste immensa del nulla
canti di ritorno intono
nuova Azucena brucio

Il fuoco divampa
ogni rituale profanatore è abolito
mancano trovatori nel diurno rogo

Tutto ancora 
deve meritare 

la prima volta

lunedì 27 marzo 2017

Tallone d' Achille


TALLONE D'ACHILLE

ordine sparso

aggrappo a fatica
il ribollire di vita
come tallone d'Achille
sentendo scoperto
un fianco invisibile
quale sia non so

lì si è stampata
l'anima.

giovedì 23 marzo 2017

GIRO-VAGANDO


GIRO-VAGANDO +

Un filo d'erba
si rifiuta al sasso,
il bianco lucido dei denti,
trasloca nell'affanno di una smorfia
l'oscenità sorridente che ti 
allaccia le scarpe

una tasca respinge inorridita 
il moncherino di un aborigeno,
mentre una fata 
legge con la bacchetta magica
la cronaca quotidiana
e gli orari di apertura dei negozi.

L'invisibile è preso di mira
dal tiratore scelto.
Un'ora esplode 
dentro il minuto di un'altra.
Peter Pan prende le misure dell'infinito
e le comunica 
temendo di aver sbagliato.

Una ragione fibrillante
rotola addosso.
al suo sabotatore.
lui intesse reti per catturare ombre
e tu arrossisci
al levarsi del giorno
giro-vagando in me. 

Nessuno può chiedere
spiegazioni oggi.
Abbiamo fretta

di non arrivare mai.

dentro la sfera di cristallo

DENTRO LA SFERA DI CRISTALLO

Ogni parola
ti indirizzo
nel tumultuoso 
guardare dentro
la mia sfera di cristallo.
Lì sono di casa solitari
i respiri,
i sogni,
i sorrisi
e la piega della tua bocca
che con un dito accompagno
e in cui sprofondo
di me
lame appuntite.
Un non so che di
misterioso e familiare
è  concesso.
Lo Zodiaco cambia
periodicamente 
le figure.
Le stagioni a lui
chiedono conto 
e questo è 
tutto ciò che
per ora occorre

mercoledì 22 marzo 2017

LA FORZA DEL SOGNO


LA FORZA DEL SOGNO


Chi lancia la sfida?
Chi osa?

La mia forza
è
quella maglietta bianca
che indosso tra i denti
la mattina
e a sera
ripiego
sul cuscino
accanto a me.

Me la regalarono
le stelle
la prima volta
che mi accarezzasti,
odoroso
di miele selvatico.

Il tuo sogno che mi avvolse
io porto
a compimento.


sabato 18 marzo 2017

Bianco e vermiglio

BIANCO E VERMIGLIO

Chi uccide gli uccelli del mare?
Chi uccide?

Dentro me si specchiò il mare
quando fu bianco
Nei miei bianchi capelli
annodai il vento
perché non fuggisse.
Vedevo ombre
uscir
dalla finestra
suonar dolci canzoni
per l'oblio
e
disegnare volti
dalle labbra vermiglie
sulla sabbia.
Il vento, fermo
dentro i miei capelli,
contava le ombre
delle mie maschere
che l'onda bianca cancellava
e Caino continuava a non saper di Abele

Io ero altrove
ma non so dire dove


martedì 14 marzo 2017

Marchesana 2

Andar tra cespugli di basilico
e selvaggia nepitella
a ritrovar
gli odori e la campagna
firmamenti stellati
e vaga inebriante essenza
come di gioventù 
come esultanza.

Chi appare questa notte
tra i tuoi gelsi
dove abitano gelosi
gli spiriti degli avi e dei tuoi 
immensi amanti
Chi si scalda
al volteggiar d'ali e di vele
oscillanti silenzi
sulle onde di ciò che di 
noi udisti?

Nessun silenzio è eterno
e di nuovo e sempre torno a te
di giovani anni antica
e di fatica.
Senza sorrisi veri
e senza gioia.
Ma il tuo magico fascino
m'attrae nella memoria,
e lì m'inchioda. 

Il nostro Principe Azzurro
appartiene a un’altra età
e in te in me
la Bella Addormentata
di promesse piena
e di sfolgorante audacia
sogna Angelina
il forno il pane caldo
e...
dorme ancora.

mercoledì 8 marzo 2017

calze nere

Calze nere pesanti
ad affrontare il giorno
senza pensare,
senza volere.

Ti spezza le ossa questa fatica

e non c'è un treno che ti porti via,
donna dagli occhi curvi.
Silenziosa mestizia afferri nelle mani
tutte le stagioni. 

Dentro un cartoccio di

antiche illusioni dalla buccia sottile,
la bionda nuca di ragazzina
fa ancora resistenza
a scomparire

Tu l'assecondi 

complice segreta
ma non ve lo direte mai.
Solo scarpe slacciate lasci
a liberare i piedi
per fuggire.

il sogno


E se adesso mi precipitasse ancora addosso
quel puntino lontano
che distinguo appena?

Dai piedi alla testa
è l' attesa.

Indifferente a me trascorre il giorno
tra i rumori, gli odori
del mattino al lavoro.
Solo lo sguardo
che mi hai lanciato nel saluto:
una promessa
per la nostra sera

Ci fu il tempo della differenza,
era quel sogno a farla!
Ha preso il largo sul "Nirvana"
non l'ho più rintracciato.
Forse è diventato
il sogno altrui.

Era incerto sul da farsi
eppure lì vivo ancora,
in qualche strano modo
che non so

No, non dirmi che
sarò solo ciò che ho avuto
o avrò
ciò che sono stato,
ché le mie foglie
ormai
se l'è portate il vento

Vorrò ricordare
o
vorrò dimenticare?
Bisognerà prevedere
o continuare a sognare?













contraddizioni d'amore

            Contraddizioni d'amore

Dove sei, dove non sei?!
            Vieni, impossibile l' attesa
              dura eterno l'indugio

            Come ubriaca e sobria
            grido e bisbiglio
È un urlo ed un sussurro.
Non ti tocca e ti violenta

            Sei un fantasma o cosa?
            Non frapporti tra te e me,
                  resta tra noi

                          Dove sei, dove non sei?
             Gelo mi invade e scende,
                          caldo ardente risale
                   Attraversami come valle!
                          infilami come scale.
L'usignolo in te
      ha adesso il barrito
dell'elefante e incalza col ruggito
   del pulcino.
                         La tigre in me
                     è solo il tic tac del tuo orologio
                         e non si ferma

                   Dove sei, dove non sei?
                   Tutto è sconnesso!
Nulla più è naturale
    Alta è la posta adesso

Piume graffianti le tue
che mi scarnificano.
                    Vestali d'amore e satiri
               li daremo in pegno
                    per ritornare umani
ai grandi magazzini
della mia e della tua vita.

    Accetto, accorderò il mio piano:
prima di baciarle
    suonerò le tue labbra,
come sacro lavacro
     mi bagnerò in esse.

                   Ma...dove sei, dove non sei?
              Adesso basta, continua
                   vieni....vai
Poi sarà tardi,
             non sarà tardi mai

martedì 7 marzo 2017

Facevo ordine

Facevo ordine
tra i giorni, i ricordi, i pensieri
le mie cento vite.
Come quando qualcosa
di ben noto
ti sorprende ancora
ed è amaro.

Facevo ordine in me
come non fossi io,
ma un'altra.
E la finestra era aperta.
Entrò la curiosità
sui miei misteri, a far domande

Facevo ordine
tra le mie risposte.
Non ne trovai nessuna.
Il disordine continuò

folata di vento

FOLATA DI VENTO

La nostra storia è una folata
di vento aguzzo
che ci colse entrambi.
Camminavamo in riva a noi stessi
con i piedi d'argilla
delle scommesse
al margine del sogno,
a strapiombo sulla realtà,
Un bicchiere di vino in mano
e tanta sete.
E io dicevo a te
e tu dicevi a me
Cosa?
Che importa,
eravamo nelle nostre parole.
       Brindammo.

Fu il vino?
            Attendevamo l'alba,
ci trascinò il vento
      e fece notte.


lunedì 6 marzo 2017

L' ANIMA RAGAZZINA




L'ANIMA RAGAZZINA


Ho portata la mia anima 
sul ponte dell'infinito, 
lì dove 
porto a passeggio ciò 
che mi ammalia e ciò 
che mi divora.
Temevo si buttasse giù.
Ogni tanto dà di matto
e mi guarda come 
se mi vedesse per la prima 
o l'ultima volta.
S' è messa invece,
naso all'insù
a spiare la luna
come una ragazzina innamorata,
le labbra sempre più rosse.
Belle da guardare.
Organo strano, l'anima,
edifica moschee,
non è come gli occhi o il cuore.
Non ha battiti, non ha odore.
Eppure l'avverti al galoppo
nei tuoi momenti zero-sbatti
Ti agguanta,
non te ne puoi disfare
nemmeno da defunto.
Forse è per questo
che non l'ho mai trovata
nell'elenco degli organi
da trapianto.











sabato 4 marzo 2017

Al centro del mondo

AL CENTRO DEL MONDO

Oggi al centro del mondo 
non c'era nessuno
Forse solo un respiro,
spauracchio 
per altri mondi possibili
ancora liberi.

Tutto taceva al buio.
Era come se la voce
non provasse nemmeno più 
a giungere dove doveva
e la luce cercasse altrove la sua velocità

Oggi al centro del mondo
un chicchirichì 
cercava il suo gallo
un occhio cercava
il suo sguardo,

una preghiera,
non fatta da nessuno,
trovava ugualmente 
il suo cielo,
l'anima ereditava
la fenditura dell'eternità

La voce


Ora la voce è sola
e pian piano si acqueta
come un'onda.
Riesco a intravederla
appena in controluce
vagare incontro
al silenzio.
Ecco a un tratto:
lievemente trasale 
come ferita 
posarsi nella pausa aguzza.
Un volto
lievemente si aggronda
a quel tocco,
un labbro
si schiude appena
nel diniego.
Freme scolorita 
la voce 
sola,
morendo nel non-più


l'arrotino

L' ARROTINO

"Donne
è arrivato l'arrotino"
grida fuori la solita voce
nel furgoncino.
Viene di sabato, non ha mai fretta.

Scende in strada 
la grassa Tina col grembiule
da cucina
e l'immancabile su e giù 
di natiche.

Poi ecco le altre comari.
Ed è mercato gioioso
di voci, sguardi variopinti, 
coltelli spuntati
branditi sulle teste e tra i capelli.

Tante volte mi fa compagnia
e non lo sa.
Purtroppo non arriva mai per me,
le lame di un tempo 
non sono più da affilare 
e lui
non è ancora attrezzato per
le parole e le ombre

venerdì 3 marzo 2017

big bang

BIG BANG
Tenebre aumentano.
Luminose sembianze in fuga
accettano passaggi in autostop.
Lunghe code di vespe affascinate
attendono di mordere i giornali

rosicchiandosi le unghie.

Tenebre curiose 

Si volgono ad aggredire 
l'origine della creazione
per ritrovare luce
anche a puntini
Nessun allarme scatta.
Ed è big bang rivoluzionario

curiosità

CURIOSITA'



Ho un curioso amore
per i cassetti.
Sono come le persone
alcuni sai cosa ci troverai.
altri invece sono da...rovistare.
Negli uni come negli altri
c'è vita.

giovedì 2 marzo 2017

FREDDO A BERLINO





FREDDO A BERLINO

Scioglimi dal capestro che mi hanno teso.
Dammi un luogo,
in nessunluogo io muoio

Giochiamo insieme,
vieni.
Come un tempo giocavamo
nell'anima e non lo sapevamo,
come nulla sa Nefertiti
di ciò che vede
col suo immobile occhio

Esco tra la gente:
bancari, casalinghe, parrucchieri...
solo passi affrettati, indifferenti, ignari.

Freddi sotto l' algida luce
qui a Berlino,
la sciarpa fin sotto gli occhi
a riscaldar col fiato il naso.

Eppure è stranamente bella quest' attesa
come un tempo lento
dove non sai ...
se qualcosa finalmente
accadrà.

Stranamente sospesa
nello sguardo è l'anima
e il mio corpo in essa. Un intero
a fatica scindibile.
Vieni.
Giochiamo insieme il tempo
nell'anima.

E tu calmo e sornione chiedi:
a chi adesso la prossima  mossa?

a Joern

A Joern

Guardami. Non guardarmi.
Aspettami in quel bar
dove la gente 
passa


Non chiedermi 
di mostrarti qualcosa,
non ho nulla.
Attendo una tua parola
e tremo

Venni già una volta
ed ero sola.
E adesso?
Cosa è cambiato adesso?

Aspettami in quel bar all'ora
di apertura,
trafugheremo sguardi 
quelli che ti piacciono

"Sguardi di verità" li chiami.
Ma che importanza ha? 
Solo conta lo sguardo
che mi cerca,

poi fugge
e si nasconde
dietro il bancone sporco
dell'eternità

mercoledì 1 marzo 2017

il gusto del colore

IL GUSTO DEL COLORE

Brandelli di ricordo
                      ancora negli occhi
        quelle scarpette rosse.
Erano costate...
    
     ma avevano tanti puntini bluu...
come i miei bruufoli da adolescente
             goffa

                            e quella nuvolaocchiuta

                 lassù
       me le invidiava, gelosa.
              
Anche lei avrebbe voluto indossarle
                         sulle punte
         e danzare

           erano un tocco di primavera
 il gusto del colore,
              quando il colore ha sapore,

e sorridevano
           chiunque incontrassero

     che incanto: un sorriso 
                          indossato da scarpe

          a reinventare
                         intime
            complicità