Ad ASHRAF FAYADH
condannato a morte in Arabia Saudita
per ragioni ideologico/politiche.
Come il canto degli antichi profeti
s’innalza immortale il canto dei poeti
denuncia la notte del mondo
il lutto e il dolore
Il suo messaggio sfida la sordità
Del luogo dove anche il silenzio tace
Dove la parola manca
Dove il tempo non scorre
Quel canto raccoglie
Il pianto errabondo
Che di lacrima in lacrima va percorrendo
I solchi scoscesi degli spiriti affranti
Il pianto è di tutti nell’ universale dolore
Grida l’affanno interiore di fronte all’ orrore
Di una parola troncata nella gola
Di un omicidio legale che non oscura
le sue tragiche origini in una vigliacca paura
Impolverata dal fango della ignoranza
Oltraggiata da stracci di tracotanza
La lacrima scorre lenta,
Si fa strada nella sofferenza
È la mia, è la tua, è la sua
A tutti e a nessuno appartiene
Nessuno l’ asciuga, nessuno la trattiene
E così lasciamo che cada
antichi profeti evocando
invisibile omaggio dell’ universale dolore
ad un poeta che non tace e che muore
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