STRANO INCONTRO
Era uguale e diversa la strada
Per me tracciava rette e per te cerchi,
taceva il senso
dove eravamo ancora
già non eravamo più
Come per caso,
incespicasti in me
ti mettesti di traverso.
Non so se fu sgambetto,
ti finii addosso.
Perché?
Avrò nel mio futuro il tuo mistero
le tue mani vuote, il tuo girovagare
affaccendato e un po' retrò?
Ma in fondo,
cosa ne so di noi,
di quel che ci accadrà?
Non occorre risposta,
non sempre l'anima
si dà,
non sempre è pronta.
Se la tua anima non si fa la barba
lasciala incolta e un po' beffarda.
Che me ne faccio
di un'anima in abito da sera,
attenta a non sgualcirsi
il farfallino?
L' intimità riguarda
adesso
lo sguardo.
E' direzione del pensiero:
dove si volge e dove posa,
trafiggendo silenzi
e squarciando veli ignoti.
E' sapere che ci sei
in una qualunque
profondità di me.
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