domenica 5 giugno 2016

LA ZATTERA DELLA VERGOGNA




LA ZATTERA DELLA VERGOGNA

Ho messo la mia vergogna
su una zattera sgangherata,
poi l'ho varata:
adesso è in mare.
Solco con lei le onde
della paura e del dolore,
incrociando barconi
carichi di sudore
e morte.
La mia zattera oscilla
e si fa strada a stento
tra sagome veloci
a scomparire in fondo,
ad annaspare,
con acqua e grida in gola
e poi affondare.
Furono uomini?
Per chi?
Uomini si è sempre per qualcuno,
ma essi non trovarono nessuno.
Solo la mia vergogna non affonda,
là su quella zattera vagante,
mangia disperazione a fette
beve coscienza mendace
e non può darsi pace

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