"la morte assomiglia ad ogni uomo più ancora della vita"
C. Campo, da Lettere ad A. Pizarnik, 25 luglio 65)
guardare con occhi
chiusi in gabbia
dove maestro è il mistero
e la luce fioca presagio
costruire verdi coscienze
e metamorfosi
un peccare stupito
da ritagli di giornale
poi chiodi d'anima
su fake news
strani punti di slancio
per la raccolta degli esausti
tra un fuggire e
un tornare
e poi lasciami la nostra
marmellata
e quei brandelli di morsi:
ha bisogno di
una morte che le somigli
lasciami il gesto
dove trovo le tue mani,
lì volano a precipizio i miei
fianchi
con un'allegra voglia di
pozzo senza fondo:
ho bisogno di una
morte che mi somigli
Nessun commento:
Posta un commento