Non c’è santo che tenga
L’insegna col nome
sbatteva per terra
a pezzi.
La piazza cercava le solite finestre delle stanze da letto,
l’edicola, la moto del postino,
lo zampillio della fontana,
il ponce bollente con sigaretta
del bar/tabacchi all’angolo,
il topo dell’aiuola tra le cartacce,
la panchina verde arrugginita
col senzatetto.
L’avevano bruciato
quella notte, giusto a
Natale. Un falò.
La piazza cercava un compromesso
anche bifido, anche rapace e pieno di ragni
tra una nascita e quella morte.
Nascita a cosa?
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