in un lento precipizio.
Non mi succedono più
vette d’infinito, né sedie vuote
a gironzolare attorno
ai miei punti deboli.
Ci fu per me
il tempo
delle vette infinite dalle sedie vuote
a pensare il non osar pensare,
l’ a chi...
che mi sgangherava
ogni appartenenza
e mi attraeva a sé e
mi strangolava e
piazze affollate e vuote
di me, solo di me col mal di pancia
e...un po’ di quell’ignoto te che quindi è me
Incertezza tra lui, tu...mio dolce assassino.
un po’ marionetta e un po’ manichino.
Adesso
una donna, di antichi misteri
incappucciata,
intona nenie e
scende, scende cantilene
dondolando,
la fata Attraverso
l’accompagna
sbirciando ogni tanto tra i chiavistelli
nel fondo del baule
Una maschera,
datemi una maschera
che non mi somigli
perché io somiglio a tutte le maschere
e non so più inventare
alcun mio nome.
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