Ne ho fumata ancora una.
Quando scrivo
Voglio affumicare
le mie parole
i miei versi.
è un vizio la poesia fumogena
Sto così, tra le mie sigarette
e le mie parole,
a rischiare, a scrivere
pezzi della mia morte.
fumo ogni sillaba,
loro tossicchiano un po',
come me;
poi, quando il verso si compone,
l'invio agli altri
smistando pensieri
perché sappiano che sono
ancora capace di parola,
parola affumicata
ancora viva.
E' lì che
rischio me stessa
se va male, ho da
sparire
per riapparire nella parola
martedì 31 gennaio 2017
nano gigante, gigante nano
Segreto aperto alla mia bocca.
Piccole,
le parole ora restano contorte nell' aria,
si lasciano solo guardare
dall'occhio di vetro
dello specchio.
Piccole nane dinoccolate
le giganti parole
si vengono a posare
sul pallottoliere verde
a mo' di sfida.
Ma non sono da contare.
Cosa contavi di dire?
E ci recito sopra: ti interesso?
O siamo tutti di passaggio
verso il cesso?
Nano gigante, gigante nano
si attorciglia l'ombra del vento
sulla sfera
di un discorso silenzioso
contro me
oltremodo ozioso
Piccole,
le parole ora restano contorte nell' aria,
si lasciano solo guardare
dall'occhio di vetro
dello specchio.
Piccole nane dinoccolate
le giganti parole
si vengono a posare
sul pallottoliere verde
a mo' di sfida.
Ma non sono da contare.
Cosa contavi di dire?
E ci recito sopra: ti interesso?
O siamo tutti di passaggio
verso il cesso?
Nano gigante, gigante nano
si attorciglia l'ombra del vento
sulla sfera
di un discorso silenzioso
contro me
oltremodo ozioso
lunedì 30 gennaio 2017
Pezzo di nulla
Guardai la luna:
rabbia infinita.
Guardai oltre la luna:
scherno, soltanto scherno.
e disprezzo
Guardai oltre quell'oltre:
occhi furiosi
ingannavano se stessi
cercando di evitarsi
l'un l'altro
senza riuscirci.
I loro sguardi vaganti
divenivano spade
che si incrociavano
affettando il nulla.
Qualcosa cadde ai miei piedi
mi chinai a raccoglierlo,
lo strinsi tra le mani
quel pezzo di nulla.
Mi disse: "non lasciarti affondare
non ancora".
Era singhiozzante il non ancora
mi giungeva il suo odore.
rabbia infinita.
Guardai oltre la luna:
scherno, soltanto scherno.
e disprezzo
Guardai oltre quell'oltre:
occhi furiosi
ingannavano se stessi
cercando di evitarsi
l'un l'altro
senza riuscirci.
I loro sguardi vaganti
divenivano spade
che si incrociavano
affettando il nulla.
Qualcosa cadde ai miei piedi
mi chinai a raccoglierlo,
lo strinsi tra le mani
quel pezzo di nulla.
Mi disse: "non lasciarti affondare
non ancora".
Era singhiozzante il non ancora
mi giungeva il suo odore.
PRESTITO D'AMORE
Prestami qualcosa di te
che non sia io.
Vorrei averti
ora
accanto,
senza me.
Troppo ti ho amato
succhiando la tua essenza,
quasi non volessi prenderti sul serio.
e hai lasciato fare.
Persino quando mi salutavi
salutavi te
lo sapevamo entrambi.
Ora ti chiedo la differenza
che ho perduta.
Forse non dovrei
Si, certo, non dovrei.
Ma sorge l'alba
e se non ci sei,
se non mi presti qualcosa di te
non so più che giorno è.
che non sia io.
Vorrei averti
ora
accanto,
senza me.
Troppo ti ho amato
succhiando la tua essenza,
quasi non volessi prenderti sul serio.
e hai lasciato fare.
Persino quando mi salutavi
salutavi te
lo sapevamo entrambi.
Ora ti chiedo la differenza
che ho perduta.
Forse non dovrei
Si, certo, non dovrei.
Ma sorge l'alba
e se non ci sei,
se non mi presti qualcosa di te
non so più che giorno è.
sabato 28 gennaio 2017
libertà
LIBERTA'
Felice, allegro
il campanello aveva suonato
Adesso bastava solo aprire la porta.
Volai di getto la casa,
mi rotolai
i letti disfatti
i pigiami per terra
il piccolino ancora
addormentato in culla
e il biberon sulla mia solita sensazione mattutina
di estraniazione, alienazione pura.
Sttt veloce, dovevo impedire
che suonasse ancora!
L'avrebbe svegliato:
era l' ultima cosa che volevo.
Lei era lì, dietro la porta
fresca e pettinata,
era arrivata:
Signora scusi il ritardo
ma sa ... con gli autobus!
Tra le mani, quasi un mazzo di fiori
in confezione regalo,
teneva
la mia libertà di quel giorno
La colf me la porse
sorridendo
e iniziò a lavorare
il campanello aveva suonato
Adesso bastava solo aprire la porta.
Volai di getto la casa,
mi rotolai
i letti disfatti
i pigiami per terra
il piccolino ancora
addormentato in culla
e il biberon sulla mia solita sensazione mattutina
di estraniazione, alienazione pura.
Sttt veloce, dovevo impedire
che suonasse ancora!
L'avrebbe svegliato:
era l' ultima cosa che volevo.
Lei era lì, dietro la porta
fresca e pettinata,
era arrivata:
Signora scusi il ritardo
ma sa ... con gli autobus!
Tra le mani, quasi un mazzo di fiori
in confezione regalo,
teneva
la mia libertà di quel giorno
La colf me la porse
sorridendo
e iniziò a lavorare
mercoledì 25 gennaio 2017
Dolore
DOLORE
È la tua ora
Piombano i gabbiani
sulla spiaggia sciolta
con il loro sordido stridio.
gutturale.
Parla finalmente adesso
è la tua ora.
Parole che non hanno bisogno
di labbra
Ascolta finalmente adesso
è la tua ora
Suoni che non hanno bisogno
di orecchio
Avvolto in una veste d'acqua
non neghi a nessuno
il tuo solco di sangue.
I fiori del male
non hanno un tempo loro
per fiorire,
i fiori del male
È la tua ora
Piombano i gabbiani
sulla spiaggia sciolta
con il loro sordido stridio.
gutturale.
Parla finalmente adesso
è la tua ora.
Parole che non hanno bisogno
di labbra
Ascolta finalmente adesso
è la tua ora
Suoni che non hanno bisogno
di orecchio
Avvolto in una veste d'acqua
non neghi a nessuno
il tuo solco di sangue.
I fiori del male
non hanno un tempo loro
per fiorire,
i fiori del male
martedì 24 gennaio 2017
CALDARROSTE D'AMORE
CALDARROSTE D'AMORE
Una ridda di immagini
affumicate dal pensiero
riempi i banchi
del fruttivendolo
e le sue bilance.
Carolina, la mia anziana
vicina acquista
le castagne di allora,
le caldarroste d'amore,
calde,
ricoperte di cenere e di sale
e le offre
a chi quell' "allora"
è capace di
far irrompere
nell' "ora".
Io ci sono.
Uscirò in macchina
e le seminerò per strada.
A raccoglierle saranno
altre immagini..
immagini...immagini...
e quel calore...
e quel fumo..
e quell' ....allora...
davanti a me.
Una ridda di immagini
affumicate dal pensiero
riempi i banchi
del fruttivendolo
e le sue bilance.
Carolina, la mia anziana
vicina acquista
le castagne di allora,
le caldarroste d'amore,
calde,
ricoperte di cenere e di sale
e le offre
a chi quell' "allora"
è capace di
far irrompere
nell' "ora".
Io ci sono.
Uscirò in macchina
e le seminerò per strada.
A raccoglierle saranno
altre immagini..
immagini...immagini...
e quel calore...
e quel fumo..
e quell' ....allora...
davanti a me.
venerdì 20 gennaio 2017
VITA
VITA
Di voglia in voglia,
inquieto la mia anima
appendendola a desideri
antichi in forma nuova.
Continuità dolorosa o
felice contraddizione,
che importa?
Rivisito quel fremito
che insieme chiamammo
"vita"
Lo inabisso ancora caldo
nel cemento
di verdi istanti racchiusi
nelle mani di un tempo
che fu mio.
Accadde un attimo
in lontananza, in un viottolo diVerso
che tu scrivesti
percorrendolo al contrario
e che io lessi in te
come in uno specchio
e il mio occhio ti cercò
incuriosito
giovedì 19 gennaio 2017
l'arcobaleno
L' ARCOBALENO
Vi fu un tempo
che sbranò la tua carne
e seppellì nel fango le tue ossa...
Tu con rabbia ti volgesti
a riprendere il tuo sogno.
A strapparglielo dai denti.
Non volesti lasciarlo: è tuo,
ti appartiene!
Non lasciasti
che sbranasse anch'esso
e nemmeno che lo infangasse,
perché lì vivi,
non nella tua carne.
È giunta l' ora,
che tutti odano la tua voce,
che la lacrima abbia un occhio,
che il singhiozzo abbia un petto,
che l'amata disegni la tua storia.
È giunta l'ora che l' arcobaleno sorga
a ricongiungere
il tuo sogno alla tua carne.
E' giunta l’ora!
Vi fu un tempo
che sbranò la tua carne
e seppellì nel fango le tue ossa...
Tu con rabbia ti volgesti
a riprendere il tuo sogno.
A strapparglielo dai denti.
Non volesti lasciarlo: è tuo,
ti appartiene!
Non lasciasti
che sbranasse anch'esso
e nemmeno che lo infangasse,
perché lì vivi,
non nella tua carne.
È giunta l' ora,
che tutti odano la tua voce,
che la lacrima abbia un occhio,
che il singhiozzo abbia un petto,
che l'amata disegni la tua storia.
È giunta l'ora che l' arcobaleno sorga
a ricongiungere
il tuo sogno alla tua carne.
E' giunta l’ora!
martedì 17 gennaio 2017
PASSEGGIATA NEL PARCO
PASSEGGIATA NEL PARCO
Oggi ho pagato il biglietto d'ingresso
allo sterminato parco
della tua indifferenza.
Ho dovuto fare un mutuo per questo.
M'è costato caro,
lo confesso.
Tutto in me, scioccamente,
ostinatamente si rifiutava
di pagare.
Adesso però potrò entrarvi
e uscirvi a qualsiasi ora e anche restare,
dormire lì
su un giaciglio di alberi secchi,
coperta da un cric crac di foglie.
La tua indifferenza, lo so, non è
meschina e soprattutto
non ha orari.
Potrò girare indisturbata
per gli ampi viali
dalla mattina alla sera.
Vagare sola, come al solito,
in cerca di un perché,
oppure girare in quelli più frequentati,
incontrare altri amori dimenticati
o la tua vecchia amata chitarra
senza corde,
dove hai imparato a suonare.
Potrò sbattermela in testa,
e potrò anche gridare o sussurrare:
"ti amo" ,
nessuno lì prenderà
per pazza l'eco della mia voce.
In fondo non è cambiato
molto: un tempo fui immersa
nel tuo desiderio
adesso lo sono nella tua indifferenza.
Oggi ho pagato il biglietto d'ingresso
allo sterminato parco
della tua indifferenza.
Ho dovuto fare un mutuo per questo.
M'è costato caro,
lo confesso.
Tutto in me, scioccamente,
ostinatamente si rifiutava
di pagare.
Adesso però potrò entrarvi
e uscirvi a qualsiasi ora e anche restare,
dormire lì
su un giaciglio di alberi secchi,
coperta da un cric crac di foglie.
La tua indifferenza, lo so, non è
meschina e soprattutto
non ha orari.
Potrò girare indisturbata
per gli ampi viali
dalla mattina alla sera.
Vagare sola, come al solito,
in cerca di un perché,
oppure girare in quelli più frequentati,
incontrare altri amori dimenticati
o la tua vecchia amata chitarra
senza corde,
dove hai imparato a suonare.
Potrò sbattermela in testa,
e potrò anche gridare o sussurrare:
"ti amo" ,
nessuno lì prenderà
per pazza l'eco della mia voce.
In fondo non è cambiato
molto: un tempo fui immersa
nel tuo desiderio
adesso lo sono nella tua indifferenza.
sabato 14 gennaio 2017
Piccola favola di una stella che cercava il sole
Una stella mi è caduta
tra le braccia,
dentro c'era un nonnulla
spezzettato in tante inutili cose,
belle o brutte non sappiamo.
E la stella non splendeva,
bofonchiava arrabbiata:
essere scomodata
per un nonnulla
non si addice a una stella.
Per lei ci vuole un cielo intero
e la luna ed altre stelle.
Eh sì, le stelle non vanno mai da Sole!
Di questo
lei sentiva la mancanza.
Allora tu l'hai presa,
del nonnulla
con un cucchiaio
l'hai svuotata
e una farfalla le si è poggiata
addosso.
La stella ha accettato felice
il bacio della farfalla,
perché le farfalle volano alla luce
Così splendette in pieno Sole
Le formiche assaltarono il nonnulla
e divorarono quelle inutili cose,
belle o brutte non sappiamo.
Temo che dovremo fare a meno
della morale!
tra le braccia,
dentro c'era un nonnulla
spezzettato in tante inutili cose,
belle o brutte non sappiamo.
E la stella non splendeva,
bofonchiava arrabbiata:
essere scomodata
per un nonnulla
non si addice a una stella.
Per lei ci vuole un cielo intero
e la luna ed altre stelle.
Eh sì, le stelle non vanno mai da Sole!
Di questo
lei sentiva la mancanza.
Allora tu l'hai presa,
del nonnulla
con un cucchiaio
l'hai svuotata
e una farfalla le si è poggiata
addosso.
La stella ha accettato felice
il bacio della farfalla,
perché le farfalle volano alla luce
Così splendette in pieno Sole
Le formiche assaltarono il nonnulla
e divorarono quelle inutili cose,
belle o brutte non sappiamo.
Temo che dovremo fare a meno
della morale!
il fischietto
Oggi Nessuno suonava
un fischietto
che aveva
intagliato da sè.
Un fischietto dal suono dolce
E gli sembrava di suonare
l'intero albero.
Poi lo passava alla sua ombra
perché anch'essa suonasse.
E l'ombra di un suono
invadeva il mondo
e un desiderio ignoto
di felicità
un fischietto
che aveva
intagliato da sè.
Un fischietto dal suono dolce
E gli sembrava di suonare
l'intero albero.
Poi lo passava alla sua ombra
perché anch'essa suonasse.
E l'ombra di un suono
invadeva il mondo
e un desiderio ignoto
di felicità
fu così
Fu così:
venni al mondo
malata di parole.
Abitai la casa
del dopo,
le sue finestre aprivo
ogni giorno
sul futuro
Ora mi assedia l'anima
un bisbiglio di morte
e vano è ogni rimedio.
Una colata lavica
è il mio sangue che ribolle
nell'incendiario sguardo
del tempo.
Lì è racchiuso qualcosa
che devo ancora
capire,
anche se è questo
che non mi fa morire
elenco d'amore
Tu sei
il messaggio che antiche promesse
ha avvolto,
sei
il passo del presente
e il linguaggio del futuro
Tu sei
il gorgo che risucchia
ogni mio sguardo,
sei
la paura vinta
e la speranza accesa.
Sei la mia pelle
senza rughe,
la bella notizia
che mi viene incontro
e mi riveste di luce.
Tu sei
la parola che mi capisce,
quella che mi ha udito
e che non ho pronunciata.
Sei il colore vivo
dei miei silenzi
e la tenera arguzia
di ogni mio sorriso.
Sei il tutto
di ogni mia cosa
Oltre il pensiero
tu sei il tempo
della mia anima,
se la mia anima ha un tempo,
e il suo tepore.
Sei
il mio "accadde"
in quel giorno, in quell'ora.
Sei la mia scheggia impazzita
d'amore.
il messaggio che antiche promesse
ha avvolto,
sei
il passo del presente
e il linguaggio del futuro
Tu sei
il gorgo che risucchia
ogni mio sguardo,
sei
la paura vinta
e la speranza accesa.
Sei la mia pelle
senza rughe,
la bella notizia
che mi viene incontro
e mi riveste di luce.
Tu sei
la parola che mi capisce,
quella che mi ha udito
e che non ho pronunciata.
Sei il colore vivo
dei miei silenzi
e la tenera arguzia
di ogni mio sorriso.
Sei il tutto
di ogni mia cosa
Oltre il pensiero
tu sei il tempo
della mia anima,
se la mia anima ha un tempo,
e il suo tepore.
Sei
il mio "accadde"
in quel giorno, in quell'ora.
Sei la mia scheggia impazzita
d'amore.
giovedì 12 gennaio 2017
DISAGIO
DISAGIO
Non so che valore abbia
essere qui e ora.
Non so se dovrei essere altrove,
se importa a qualcuno
dove io sia.
Domande serie?
Forse si e forse no.
Il fatto è che oggi sono solo capace
di fare domande.
Niente risposte.
Qualcuno dice:
"alla fine ognuno
s'è fatto i fatti propri".
Gli ribatto:
"vuoi che mi faccia un poco i fatti tuoi?"
Ancora una domanda.
Non risponde di sì.
Non dice nulla.
Nemmeno io.
Guarda chi va e chi viene,
come me del resto.
E negli occhi il silenzio,
anche quello di ieri e dell'altro ieri
e di prima ancora,
continua inesorabilmente
a salire e scendere
in ascensore,
fermandosi a tutti i piani
in cui mi va di uscire.
E di rientrare.
Ma non so che valore abbia
essere qui e ora.
Non so che valore abbia
essere qui e ora.
Non so se dovrei essere altrove,
se importa a qualcuno
dove io sia.
Domande serie?
Forse si e forse no.
Il fatto è che oggi sono solo capace
di fare domande.
Niente risposte.
Qualcuno dice:
"alla fine ognuno
s'è fatto i fatti propri".
Gli ribatto:
"vuoi che mi faccia un poco i fatti tuoi?"
Ancora una domanda.
Non risponde di sì.
Non dice nulla.
Nemmeno io.
Guarda chi va e chi viene,
come me del resto.
E negli occhi il silenzio,
anche quello di ieri e dell'altro ieri
e di prima ancora,
continua inesorabilmente
a salire e scendere
in ascensore,
fermandosi a tutti i piani
in cui mi va di uscire.
E di rientrare.
Ma non so che valore abbia
essere qui e ora.
martedì 10 gennaio 2017
ti ho perso per strada
Ti ho perso per strada.
Eppure era appena iniziata.
Non che dovessimo andare
da qualche parte.
Solo ci si teneva compagnia
Inutile porsi un meta.
Ma adesso?
Chi mi insegna la via?
Eppure era appena iniziata.
Non che dovessimo andare
da qualche parte.
Solo ci si teneva compagnia
Inutile porsi un meta.
Ma adesso?
Chi mi insegna la via?
giovedì 5 gennaio 2017
LA TROMBA E UNA BARA
LA TROMBA E UNA BARA
Chiudesti la portiera.
Non appena ti lasciai
ancora sulla strada,
dubitai di averti visto.
Anzi dubitai che tu ci fossi.
La macchina si allontanava
prendendo a poco a poco
velocità.
Mi regalava il suo gas di scarico
e la tua presa in giro.
Forte è sempre stato
il mio si a te.
Forte la voce con cui l'avevo pronunciato.
Mi aveva attraversata.
Forte e nitida.
Persino le mie burle
e le facezie e i miei nonnulla
avevano fatto sul serio,
Il mio alzarmi la mattina,
e la tazzina del caffè,
il mio coricarmi la sera
dopo essere stata in bagno.
Eri stato un senso,
un suono forte. Troppo!
Una tromba era stata suonata
come il brivido del giudizio
e ora giaceva lì
schiantata sul selciato
in una bara.
Insieme alla mia voce
in ginocchio
Non appena ti lasciai
ancora sulla strada,
dubitai di averti visto.
Anzi dubitai che tu ci fossi.
La macchina si allontanava
prendendo a poco a poco
velocità.
Mi regalava il suo gas di scarico
e la tua presa in giro.
Forte è sempre stato
il mio si a te.
Forte la voce con cui l'avevo pronunciato.
Mi aveva attraversata.
Forte e nitida.
Persino le mie burle
e le facezie e i miei nonnulla
avevano fatto sul serio,
Il mio alzarmi la mattina,
e la tazzina del caffè,
il mio coricarmi la sera
dopo essere stata in bagno.
Eri stato un senso,
un suono forte. Troppo!
Una tromba era stata suonata
come il brivido del giudizio
e ora giaceva lì
schiantata sul selciato
in una bara.
Insieme alla mia voce
in ginocchio
Fichi secchi
C'era una tavolo sotto il fico
Una lastra di marmo
lineata e rotta
su un supporto di legno
mezzo sgangherato.
"Buongiorno 'gna Concetta"
dicevo alla vecchia.
Era sorda, mi guardava
e continuava meccanicamente
ad aprire i fichi
e a stenderli sulla stuoia di paglia:
"fichi secchi a Natale"
rispondeva.
Un giorno
non venne più.
Anch'io me ne andai.
Ma a Natale torna sempre
a mettermi in bocca i fichi
secchi come le sue rughe.
Sono dolcissime
quelle rughe.
Una lastra di marmo
lineata e rotta
su un supporto di legno
mezzo sgangherato.
"Buongiorno 'gna Concetta"
dicevo alla vecchia.
Era sorda, mi guardava
e continuava meccanicamente
ad aprire i fichi
e a stenderli sulla stuoia di paglia:
"fichi secchi a Natale"
rispondeva.
Un giorno
non venne più.
Anch'io me ne andai.
Ma a Natale torna sempre
a mettermi in bocca i fichi
secchi come le sue rughe.
Sono dolcissime
quelle rughe.
mercoledì 4 gennaio 2017
Desideri mancati
DESIDERI MANCATI
La parola cieca
non vedeva più dove andare.
Il pensiero squallido
si soffermava
su una crepa della parete.
Il bucato non ancora fatto
pretendeva di essere steso
ad asciugare.
La luce fioca e sconfitta
non riusciva a penetrare.
Il gatto che non c'era
cercava la lisca maleodorante
che invece c'era.
Questa oggi
la mia preghiera!
La parola cieca
non vedeva più dove andare.
Il pensiero squallido
si soffermava
su una crepa della parete.
Il bucato non ancora fatto
pretendeva di essere steso
ad asciugare.
La luce fioca e sconfitta
non riusciva a penetrare.
Il gatto che non c'era
cercava la lisca maleodorante
che invece c'era.
Questa oggi
la mia preghiera!
lunedì 2 gennaio 2017
aforisma
La luce esterna è spietata:
mostra sempre
quel che la tua luce interna
ti dice di nascondere.
mostra sempre
quel che la tua luce interna
ti dice di nascondere.
domenica 1 gennaio 2017
Ogni donna che ama
Ogni donna che ama, tace
ogni donna che ama,
vorrebbe gridare
E' caduta nel precipizio.
Lì dove avrebbe dovuto
gettare il suo amore.
E' passione che non si rialza.
Ogni donna che ama ha tante braccia
tante bocche, tante orecchie
tanti occhi,
E' una sola Dora Maar
nel pennello di Picasso.
E' lontanissima da sè
e oltrepassa con lo sguardo le ombre.
Ogni donna che ama
è una malattia.
Ogni donna che ama
e ricorda
è una donna che muore.
ogni donna che ama,
vorrebbe gridare
E' caduta nel precipizio.
Lì dove avrebbe dovuto
gettare il suo amore.
E' passione che non si rialza.
Ogni donna che ama ha tante braccia
tante bocche, tante orecchie
tanti occhi,
E' una sola Dora Maar
nel pennello di Picasso.
E' lontanissima da sè
e oltrepassa con lo sguardo le ombre.
Ogni donna che ama
è una malattia.
Ogni donna che ama
e ricorda
è una donna che muore.
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