Dal grembo del suono io ti conobbi
come fulgida nota di armonie diffusa.
Dal grembo del sole tu emergesti
come luce soffusa.
Dal grembo del tempo su di me arrivasti
come un’ora gioconda.
Dal grembo della terra emergesti come
zolla feconda.
Poco importa chi sei nel tuo apparire audace
t’inventai nell’istante che mi accendesti di brace.
Fosti solo per me: pura appartenenza
oltre ogni limite umano, oltre ogni decenza.
Nascesti al mio contatto ed io nacqui al tuo fianco
desti forza e vigore al mio desiderio stanco.
Miele puro era il nettare che dentro me stillavi
quando tra le mie braccia passione assecondavi.
Nel mio grembo di donna iniettasti una stilla
e dal caos primordiale si sprigionò favilla
incendiante d’amore l’universo intero
per colmarlo di gioia, di profumo, di mistero.
Si, il mistero svelato del nostro amore immenso
fragile come tela di ragno, ma solo degli dei degno
Lo gustammo affamati in una eterna ebbrezza
gli strappammo i segreti di tutta la bellezza
degli amanti infuocati da fiamme inestinguibili
intrecciati in una stretta che rende indistinguibili
il corpo mio dal tuo e il tuo corpo dal mio
fino a fare di noi un solo, unico desio.
Nessun commento:
Posta un commento