IO-CI-SONO
Io-ci-sono
nel balbettio confuso
di ogni nuovo giorno
quando respirare è mormorare un si
ad attese d'ignoto mai interrotte
e chiedergli: mi vuoi?
Eccomi:
la tazzina del caffè
la prima sigaretta,
la quotidiana banalità
ad addentare lampeggianti voglie di
vele gonfie sul mare
e clandestina urgenza di reincarnazione.
Ero bella nell'estate
del 7 a.c.
Lo specchio mi rimanda ancora l'immagine
e gli ebrei che,
come me, avevano ascoltato i profeti
erano vittoriosi di speranze.
Parlavo anche il latino.
nelle bettole all'aperto
tra un sole di lucertole squamose
e boccali di vino.
Poi nacque Lui.
divise il tempo
come fosse gingillo.
lucertola bella, ora
ero "dopo".
avevo attraversato una voragine
con quella incalzante presunzione
di io-ci-sono
al netto di ogni ostinata indagine
E ancora io-ci-sono
tazzina di caffè fumante,
bisbigliando buongiorno alla mia sorte
che in questa nuova
essenza
ha trovato un modo caldo di
fare ciao alla morte