lieve fremito sul fiore,
nella lingua di chi vive
la sensazione di aver perso qualcosa
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laggiù nel capanno dove tira vento
le calze più sottili
sfidano queste gambe
a mostrarsi in trasparenza
sfidano le parole ad indossarle
erano state un regalo
di fino
quando fu ordinata tenerezza
difficile tenere dritta la schiena
il tuo viso tra un tormento e un'estasi
il gatto gioca brutti tiri alle calze
dietro le orecchie il rumore del bosco
la tua guancia ruvida
a stupirmi il lobo
e questa carne intollerabile disguido
il dolore ha sempre un nome
una volta e un'altra volta:
tu, goccia di pioggia
appartieni a tempeste diverse
senza nome
e tu bagnato amore ti ingegni in
acque tiepide a nuotare
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di non aver saputo trattenere
la felicità
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