non so dei vivi ma
il futuro dei morti è la mia storia
Ciò che precipita improvviso
non lo puoi fermare
lo impari
dalla terra rorida di pioggia
misericordiosa e felice
dell’impronta che
vi lasci
Gelosa è la terra
dei tuoi passi
l’impronta è accolta
come risposta
ad una domanda
che tu non hai sentito
lei muta
tu sorda
poi torni a casa
non accade nulla
il vestito pulito ti chiama
lo indossi
fai la piega ai capelli
li arruffi un po’
arricci il naso
sorridi alla terra
su cui hai lasciato
impronte
e un torsolo di mela
mezza dozzina e un quintale
di domande.
Maligno il sogno di un pane caldo e fragrante
in una notte insonne
innamorarsi di recupero e d'odio
come angeli industriali
a fauci aperte
ogni sera scalfire i sospetti
per scoprire carne defraudata
e frigoriferi vuoti.
Giustizia da ritardo storico, con estremità putride
o futuro asciugato dal soffio di un amore aggiornato
a prezzi convenienti
su bancarelle di destini in consunzione?
A parlare di ciò anche le torpediniere
sono adesso in discredito
essere di rimbalzo in rimbalzo