giovedì 31 gennaio 2019

abbandono

Spiaccicato lo sguardo
sulla zanzariera alla finestra
la pelle giace
in una parentesi vuota

tu dici:
non è così che ci si mostra agli amici

martedì 29 gennaio 2019

aspetterò

Aspetterò!
La gallina domani
farà un uovo vuoto
non ha aspettato 
l'ha già schiacciato!
È passato solo
un tram diretto
a non-sapeva-dove-andare
apriva la portiera
a chi non sapeva dove andare
saliva gente senza chiavi in tasca
Il tram li portava via da sé
li portava con sé  
Nessuno ha mai saputo
nulla di quelli
scesi al capolinea

Chi ha infarinato i pensieri di Dio
con quelli del suo inquilino?



domenica 27 gennaio 2019

nonostante tutto

Rivedendo Schinder List


Rivedendo Schinder List
Che caso è questo grido?
Si allontana
il crollo che lo insegue
"chi salva una vita salva
il mondo intero"
nonostante tutto
e dopo solo una parola
lunga quanto un
nonostante che sa tutto
e non è una risposta












venerdì 25 gennaio 2019

inverno

Come chi ha ingoiato la realtà
e non arriva a digerirla
lungo un viadotto insolente
come un film muto
non riesco
a far morire
questo inverno
Mi mitraglia anche il coraggio
dello spavento 



soglia

Che ora ha la
 memoria?
ha l'ora di una soglia
Che ora ha una soglia?
A quell'ora sospingevi il tuo corpo
verso il mio

Abbiamo mormorato
lì dove abbiamo creduto di trovarci
quel mormorio
lo abbiamo chiamato felicità

solo il gioco di
un pensiero sulla soglia
della carne
ti sta toccando
la sua memoria sconclusionata
ammalata di desiderio

In quell'ora
sopravvive il desiderio
dello straniero









mercoledì 23 gennaio 2019

chacchiericcio

Voleva creare
il mondo
quel chiacchiericcio
imbarazzato
che vagava in cerca di soccorso
e non riscaldava
io ero lì
sopra i miei piedi
confusa
a metà strada
tra un'opera d'arte
e una "banca
per un mondo che cambia"

Come stavano in pensiero
i miei punti interrogativi!

venerdì 18 gennaio 2019

aghi




Gettami tra gli aghi in cui ti amo

vi è un'ora che fa di ogn' immagine
la tua
lì dove il pino è stato divelto
continui ad apparire
tra quegli aghi
cerchi il mormorio 
della meraviglia


domenica 13 gennaio 2019

segnali

si sono persi per strada tutti i segnali
dove sono ora i depositi alimentari
gli arcipelaghi delle parole
gli sguardi di luce 
le labbra in cui approdare
e quel sesso fatto di respiro 
e di calore?

si sono persi per strada tutti i segnali
noi eravamo intermittenti










sabato 12 gennaio 2019

ignoto

e t'amo e mi sei ignoto
come tutto ciò di cui trabocco!

usurpatore dei miei confini
il tuo nome viaggia in gran segreto
sull'onda lunga della mia pazzia
e solo il nome sa dove tu sei

come mi guarda
il tuo nome!
ha un occhio onesto e uno furfante
brancola senza paura
sulla pelle
inciampa come cieco
sull'odore

dico a velocità perdono
e vorrei dire lentamente amore

solo il nome sa che non ci sei

venerdì 11 gennaio 2019

E io?

"Nei dintorni della morte regna sempre un caldo insopportabile
ma chi se ne ricorda più?
E. Lipska L'occhio incrinato del tempo

 E IO?

non so cosa vedano gli occhi degli dei
tu vivi il mio corpo come una trasparenza infinita
-e io?

ho saputo di un'umanità smarrita che vuole ancora giocare
e non ha misura: come la vita
mi hanno detto che gli alberi laggiù cullano le onde
che i santi sono tutti magri
che i giullari sulle tombe insegnano risate anche alle statue

il “senso” è un bivacco di domande in festa
L’ “incertezza” come una sgualdrina sotto pelle si offre 
e batte il marciapiede della sensibilità 
del desiderio

-e io?

mercoledì 9 gennaio 2019

canto di Nicola


un muoversi di angolo in angolo
occhi dentro altri occhi
la parola scorre come sangue

guardiana 
attenta e fedele 
se la voglia di chiedere
è voglia di sapere

parlare non significa
dire qualcosa
ma avere l'impudenza
di squarciare il mutismo di Dio

                       Oggi ho cantato a Dio
                       i nostri blues

ogni giorno attraverso strade
mai percorse
sempre altre le solite strade
nel mistero del mio girovagare
oggi ho fatto 
una passeggiata tra le tue ciglia
perché volevo guardare la felicità nei tuoi occhi,
perché le tue pupille sono
dorate come
faville di miele

                        E io ho cantato a Dio
                        i nostri blues

Il tuo sguardo tracciava una diagonale 
che si conficcava in vena: aveva bisogno
di avvertire la vita rossa calda
come acini d'uva al sole
di berla a sorsi
e di regalarla in una buccia
di mandorla all' amato
Sul fondo dei tuoi occhi ho visto
una stella 
era sveglia e aveva gli occhi accesi.


                       E io ho cantato a Dio
                       i nostri blues

Erano occhi dentro occhi, sguardi dentro sguardi
ma quegli occhi
si cercavano, si incontravano, si baciavano, 
e ho creduto al tuo sguardo.
Si perdono pezzi per strada
mentre tu mi fai sognare,
se il tuo sogno non è in grado di farmi nascere
loro sanno che la felicità non esiste
ma quella dei tuoi occhi durante la passeggiata 
era sconfinata. 

                      E tu oggi hai cantato a Dio
                      i nostri blues







a contare i tuoi battiti, non te ne sfugga uno,
c'è da pensare che
riempirai il mondo

avrei dovuto chieder scusa
ma le mie unghie volevano
la collera delle tue ciglia



aperta


a te morte
resta solo il mio sberleffo
sarò viva
finché sarò
nel sogno di qualcuno.
Lì non è di te che parlerò 
forse parlerai tu di me










s'accrebbe così nell'orecchio
il grido creduto
urlava parole che
non aprivano niente
e chiavistelli offesi

C'è un grido che abita l'ombra e 
talvolta si agita
un grido che sapeva amare
c'è ombra sul marciapiede
copre dal sole cocente
chi sbrindella le proprie voglie
un'ombra che sapeva amare
c'è un marciapiede che vorrebbe solo
essere calpestato da tutti
gente con le suole infangate
donne coi tacchi a spillo,
vecchi con la bronchite e lo sputo facile.
Era un marciapiede innamorato
che sapeva donarsi

alla fine si era ribellato
era troppa pena fare da materasso
a chi cercava amore
e non aveva altri cui chiederlo




Se in noi i fiori e le parole
non sbocciano più
chi invocheremo?
Come non avessimo
altro sangue
la preghiera è un dono
che ormai nessuno sa fare


solo la candela
laggiù
si consuma ancora



Nazik al malaika: la vita mi chiede chi sono (per i dialoghi)

se il fiore e le parole non sbocciano più
con chi ho rapporti?



la canzone della fontana e la mia vita piange
e la mia storia piange
e la mio nome piange
il mio destino piange
e il mio fuoco
e la mia inerzia
e la mia esplosione
e i miei abbandoni
e le mie tregue
le mie facezie, le mie serietà
la mia natura
le mie sorgenti le mie colline
e la mia acqua
(lì dove si abbevera il viandante)
e la mia epoca
e il mio ieri e tutto il mio passato piange
e il mio domani e tutto il mio futuro
la mia speranza
il mio miraggio
questo è il mio io



è rimasto ancora il loro veleno al centro della mia piazza vuota  




acchiappatori di lucertole

l'avversario ha il sembiante di un uomo (Eluard 409)





nessuno può essere sicuro
del numero delle proprie dita


è così che si ammazza il tempo

nessuno può essere sicuro della propria identità
posso essere qui e ora un eroe e fra 5 metri e 3 secondi un coglione



non mi sono licenziata da me stessa
senza un benservito








è così che si ammazza il tempo

/c'è un fallimento
Della vita
E non chiedeva scusa
Anzi le pretendeva
Si dimenava
Era arrivato troppo presto
Quasi da subito, quasi di diritto
Ed era brutto e grottesco
Ed era il nostro
Una reazione soggettiva
Campata in aria
La tua
Questa la sua solita difesa/

Si faceva guardare
Come fosse da ammirare
Nessuno lo allontana
Mai del tutto

rimpicciolire
rimpicciolirmi

apprendista

quanta gente si accalca!

mistiche assenze




si scaglia a capofitto: centro!


innervosito
non temere di passare in mezzo alla vita sant’ egidio
pronti a lasciarsi ferire dagli altri
essere vulnerabili

creazioni di identità
l’identira è una costruzione non è la cosa più vera di se

periferie umane
guerra ai poveri
la cartina delle conseguenze

una fiammella di mezza menzogna celan 417

trasferiamoci altrove in noi (io)


Il gatto ha sette vite
ma non smette di leccarsi 
la coda


Com'è stanco questo

inizio e



come violenta la sua assenza 




abitare nel proprio nome gualtieri la giovani parole 112
la matassa dei giorni e delle ore
mi faceva male
alla tua testa

mi inginocchio nel mio nome (owen buchi con fori d'uscita)


L'acre abbandono
si è infiltrato anche nei
pensieri delle ossa
strappando istanti alle mie ore
Guardiamo ciò che ha senso
passeggiare nella sua bara


vago di tempo in tempo tra i reggimenti
delle mie parole

Questo giorno come gli altri e la sua fine
un'unica sorpresa
vi ricamiamo storie calde nell'attesa
di sapere
quale piccolo grande miracolo passa oggi
da una mano all'altra
e non avverte


guardo il senso che viaggia nella sua bara

Nessuno veramente ha forza di guardare
ciò che ha senso
mentre passeggia nella sua bara


Che almeno
ci prestino un paio di scarpe

Finiamo sempre col chiedere
aiuto ai nostri fallimenti
per stare in piedi,
per non soccombere



domenica 6 gennaio 2019

mi è scappato il nome




Guarda
sui muri delle case
il mio nome è invisibile
e mi incollo alle parole
che non so
più pronunciare

Non ho chiuso la porta
per non lasciarlo fuori
solo ho dimenticato di abitare
da qualche parte
c'è una pietra che
mi vuole

C'è una bocca che non parla
perché vorrebbe urlare
ma non sa cosa
Chi dipinge l'aria
come fosse uno dei miei nomi
e continua a dare ditate
al vento?

che altro dire,
come continuare?
tornare a contare
il numero delle proprie dita
per fare paura
al buio?
non porto più i guanti
e non so se ho ancora
le mani a modellare
sogni

Guarda
mi è scappato il nome
ho un recapito che non conosco.
Metto le mie parole
ai tuoi confini del mondo
evoco il mio il tuo nome 
e continuo a scappare









venerdì 4 gennaio 2019

tu mi insegnasti i baci

Chi conobbe la strada
degli occhi?

Giungesti sul filo
di un bagliore
tu mi insegnasti i baci
poi si cancellò la tua bocca
era entrata nella mia
così si sciolse

quel movimento apparve
raggiante tormento
accadde ovunque ma
non seppe dove

ditegli
che giacqui sul silenzio
e sul rumore