Ho un tavolo nella mia mente
Dove ordino le cose del passato
Ma anche quelle del presente
Ogni giorno li mi siedo a lavorare
Su me stessa: per potermi poi affrontare
Mi piace stare così a pensare a me
Tranquilla riposata senza fretta
A far bilanci oppure a progettare
Quel che dovrò fare e anche
Quel che sarebbe meglio evitare
Ieri ho riordinato tante cose.
Erano proprio tante e non tutte erano rosee
A destra ho messo tutte quelle belle,
Quelle che non danno un brivido sulla pelle
Ma ti fan sorgere sulle labbra un sorriso
e non increspano le rughe sul tuo viso
Guardavo forse con un pizzico di rimpianto
Scorrermi davanti la parte bella
Del film della mia vita e pensavo soltanto
Che in fretta era fuggita
A sinistra ho messo quelle brutte
Che hanno ferito il cuore, e abbassato
Il quoziente della felicità che mi è stata riservata
E che, completa, a nessuno mai viene data
Mi venivano incontro lentamente
Come volessero ancora infiltrarsi nel presente
Erano ormai ombre vaghe. Ricordi stanchi
Ma talvolta più che mai struggenti
Si affacciavano sempre lancinanti
Risalivano su su dal cuore in gola
Lacrime rampicanti e quei singhiozzi
Ancor' oggi nessuno li consola
Carte della memoria che non puoi stracciare
E con i quali i conti non finisci mai di fare.
Sono loro che di me hanno fatto una ribelle
E increspato di rughe tutta la mia pelle
Ma una cosa speciale al centro s' è piazzata
Direi da sola. Non sono io che ce l' ho posizionata.
Non c'è polvere sopra. È roba fresca
Ed ha uno strano odore accattivante
Che posso dire: come di buon pane fragrante!
Ho provato a spostarla, a metterla da parte
Ma a nulla è valso. E' sempre tra le carte
La trovo al centro della scrivania
Decisa a non farsi buttar via. Anzi:
Mi viene di continuo sotto gli occhi
Come campana di cui sento i rintocchi
Vi ho guardato dentro, allora, con circospezione :
Non volevo che fosse la sua presenza a farla da padrone
Tra quei miei ricordi pieni di passione
E lì con sorpresa sapete che ho trovato?
Ho trovato qualcosa che nessuno mi aveva
Mai insegnato: una preghiera
sempre nuova e antica, la cui presenza
Avevo come in me smarrita:
'Io non so chi Tu sei né se ci sei
So però che se non ci fossi inventare ti dovrei.
A Te sempre si volge il mio pensiero
Quando distratto insegue il desiderio
Se al tavolo della mente misuro la mia vita
Cercando di capire poi come è finita
Ti trovo sempre pronto a raccattare
Ciò che per conto mio preferirei scartare
Tu mi stai dietro, di me non butti nulla
Quasi fossi ancora dentro la mia culla
Errori e azioni belle, tutto prendi
Come mia carne viva li comprendi
Ciò che io condanno, il tuo sorriso assolve
E verso un radioso orizzonte lo devolve
Accogli a braccia aperte ogni dolore
Perché, se tu ci sei, non puoi che essere Amore"
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