alla fonte del dubbio cui
ti rifornisci di continuo
essere il proprio vuoto o
il proprio doppio
è lo stesso
mossa imprevista:
lasci un'impronta di tenerezza
negli interstizi di
quest'inverno
che fonde torsione e godimento
nel lutto
che ti attraversa
alla fonte del dubbio cui
ti rifornisci di continuo
essere il proprio vuoto o
il proprio doppio
è lo stesso
mossa imprevista:
lasci un'impronta di tenerezza
negli interstizi di
quest'inverno
che fonde torsione e godimento
nel lutto
che ti attraversa
ciò che di noi
è poco
viaggia convulso
dentro
i piedi di un altro io
quando gliele togli
le sue scarpe danno
con la punta verso il centro
e il tragico soppianta
l'ironia
L’alloggio
di certi luoghi
dove stai
sai poco o nulla.
sono refusi di quell'alloggio così e così
che chiamiamo "oggi"
l’avventura di una solitudine
senza colore
guarda di sottecchi
pensieri inseguiti
da una trama vorace
che sbrana
senza spezzare il filo e
mai si sazia
e il quando non ha dove
e il dove non ha quando
e la parola non vuol farsi vita
e non dà tregua
mentre la vita parla
e non ha pace
L’alveare
suggestione:
la parola è “alveare”
appaiono celle
che non appartengono
al sogno
o forse si
(non cambia nulla)
lampade da pesca in mari invasi
da pirati
l’alveare è una rete
uno sfinimento in questo corpo
pulviscoli di io, come api
in discariche
d’anima
a succhiarne il
miele
a formare un altro in me
il cui nome non sai