Già da tante ore
le mie gambe non erano state
sotto un tavolo.
La sedia era là
invitante
a poca distanza da me,
e se ne preoccupava.
Osservava guardinga, sospettosa,
mi aveva adocchiata:
questione di odore,
il mio desiderio assoluto di lei.
Le sedie esperte sanno chi
devono temere:
hanno tutta
una loro scienza, direi.
E non era nemmeno nuova
o comoda,
come chi ha passato in rassegna
tante stanchezze.
Quando qualcuno la spostava,
cigolava rassegnata.
Ora aveva una meschina paura
di incontrarmi,
ogni parte del mio corpo
le diceva:
"tu sola esisti per me".
Sapeva che
mi ci sarei addormentata
come un masso
e per evitarmi si offriva invitante
a tutti i passanti
Avrebbe preferito una
decina di bambini
indiavolati all' imperioso bisogno che
ne avevo.
Ci guardammo in cagnesco:
chi di noi due?
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