venerdì 20 maggio 2022

dietro una balaustra altra stesura

A Inge Mayer Müller*

"L'io non viene spostato di un millimetro
dal punto in cui deve aver paura di se stesso"
H. Müller, In trappola:"Il mio vestito lo riporta la posta"

Sedevi su una balaustra
gli uccelli sedevano con te
come verità volabili
sul labbro una ruvida peluria:
la tua storia
tormento confessato

pannello contorto
la fronte tra fedi e dubbi
uno steccato di memorie

cavallo
che s'impenna nella corsa
il voltarsi agitato nel sonno
sempre dall’altra parte

acqua non scorre dove si
lavano panni 
dispotici

Crampi di luce diretta
non di linea solida:
una transizione la luce
dell’alba in frantumi
a far morire notte

testa tuffata nella vita
non in modo convincente
ma in affanno 
un affanno accusatore

dove spostare l'io
che ha paura di se?





Inge Müller, nata Meyer (1925-1966), cresce a Berlino-Pankow  nel 42/43, dopo che ha concluso la scuola di commercio, Inge viene reclutata nel “servizio per il Reich” e indossa la divisa della Wehrmacht. Alla fine della guerra, addetta alla difesa antiaerea, resta sepolta insieme a un cane – un pastore tedesco nero – sotto le macerie di una casa del centro di Berlino, da cui sarà estratta viva assieme al cane solo tre giorni dopo. I genitori di Inge nel frattempo sono morti per il crollo della loro casa e sarà lei stessa a estrarli dalle macerie per poi dar loro sepoltura in una fossa comune. Questa esperienza di distruzione e anche in qualche modo di colpa, di identificazione con il “male” del nazionalsocialismo, è il paradigma di tutta la poesia di Inge Müller

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