martedì 29 novembre 2016

entrambi altrove

ENTRAMBI ALTROVE

Io sono qui
ma non ci sei tu.
Tu sei lì,
ma non ci sono io.

Perché non più insieme,
tra tante ore e tante vecchie cose
tra mille pensieri e mille cianfrusaglie di parole?
La mia borsa e il tuo cappello sulla sedia.
Un calzino che appare sotto il letto,
il reggiseno che da lì fa capolino.

E il mio stupore per il tuo dono
e il tuo sorriso per il mio stupore.
Come facevo a indovinare sempre
cosa pensassi?
Semplice, ti facevo pensare ciò
che poi andavo a indovinare.
Ero brava in questa piccola magia.

Almeno così mi sembrava.
Poi non fu più così.
Vergasti un foglio,
lo lasciasti sul tavolo un mattino.
Da allora entrambi altrove

E fu stupore amaro

domenica 27 novembre 2016

Impossibilmente trasgressiva

IMPOSSIBILMENTE TRASGRESSIVA 

Ma dai non è corretto
essere sempre normali!
Si violano le regole della trasgressività!
A chi vorresti darla a bere?
Vorresti sostenere che in te
tutto è regolare?
Che tutto è come deve essere?
E poi cosa vuol dire essere normali:
che la mattina ti svegli, con quel che segue
e la notte dormi, con quel che segue?
Che si rispetta, insomma, la propria regola?
Ma dai: allora questa è normalità o è mancanza di libertà?

C' è una chiave che nascondo
in fondo.
Una chiave con cui apro
il mio mondo.
Sto sempre attenta a non perderla di vista.
Ma il mio dubbio è
che sia lei a non perdermi di vista
perché è il mio mondo ad aprire me.
La mia normalità, forse,
è mancanza di libertà.
Così come la mia libertà
forse è mancanza di normalità.
Sono fratelli gemelli nel mio mondo
Ogni giorno gioco allegramente con entrambi
e partecipo stupita e allegra
a questo bizzarro mistero.

E tu, non dirmi: basta!

sabato 26 novembre 2016

E DOPO



  E DOPO

 Domani partirò
 col vento di scirocco 
 e il fuoco.
 La mia solitudine
 si perderà nel vento
 e il luccichio di sera
 pian piano spegnerà
 i miei occhi dentro i tuoi.
 Dopo non so:
 qualcosa resterà.
 Una sofferenza oltre me,
 che ti raggiunge.
 La gomma 
 che non vuole cancellarmi.
 Una battuta allegra forse.
 Un vuoto 
 che dirà: "rimani".
 E la tua rabbia
 che ancora una volta
 mi sfiorerà
 con la sua veste
 un po' sgualcita.
 Su lei getterò
 un' occhiata
 di soppiatto.

venerdì 25 novembre 2016

non svegliarmi

NON SVEGLIARMI

Chiunque io sia, non svegliarmi.
Sto percorrendo un viale
alberato, profumato
e lo riempio
solo io.
Tutti i miei personaggi
mi danzano dentro, oggi.
Tutte le voci
mi cantano dentro ora
e i pensieri
mi inventano senza maschera.
Il sole brilla
nella mia mente
e ciò che ho vissuto,
inganni e verità,
è dietro l' angolo del niente.
Come se mi vedessi per la prima volta,
non ho più nomi
e nulla si frappone a me.
Cullami nuda
tra le tue braccia candide,
semplice morte,
Nessuno sa che tutta la vita
ho ascoltato il tuo silenzio.
Nessuno
ha mai saputo veramente
di me,
come fuor da quest' ora
nessuno veramente
sa di te.

lunedì 21 novembre 2016

ACCADE



ACCADE

Accade che, ad un certo punto della vita,
si assuma il volto delle cose
che facciamo,
delle persone con cui viviamo,
dei rapporti in cui crediamo.
Quasi che le nostre scelte
siano gli unici argomenti,
meglio,
la parola stessa con cui parliamo,
e agiamo.
Accade che ciò che siamo stati
si legga negli occhi
di ciò che siamo,
quasi che una lama del presente
trafigga in profondità
tutto il passato.
Accade che ad un certo punto
della vita
il nostro volto assuma sempre più
il fascino
di ciò che abbiamo amato.
E questo è bello!


Sul tuo volto non c'era
nulla, proprio nulla
di me!

venerdì 18 novembre 2016

STRANA NOTTE

Voglio essere bella
questa notte

strana notte di luce.
Voglio essere di luce
questa notte.
Strana notte, che è un'alba
per noi.
Voglio essere l'alba
questa notte
alla fine del giorno.
Sacra questa notte per noi,
d'effimera eternità
e cento e mille volti
mostrarti io, donna
unica al mondo
ora, tra il tuo sogno
e la tua realtà.
Imboccherò la tua fantasia
mi sistemerò tra le tue verità.
Voglio essere sola con te
questa notte di carne,
udire tutte le parole del tuo corpo
vibrare a comporne una sola
la più antica del tempo.
Giocherò con te la mia partita.
La truccherò con le più sottili arti.
Nuda ti canterò, nuda ti danzerò, 
nuda ti vincerò.
Si, vincerò per te, a te questa notte,
ore di baci, non di minuti

sarò io
a far bello l'amore


giovedì 17 novembre 2016

"IL-PUNTO-E'-QUESTO"

"Il-punto-è-questo"
accoglieva tutti,
chiunque bussasse alla sua porta,
chiunque volesse interrogarlo.
Era prontissimo a dar conto di sé.
E io volevo interrogarlo
su di me.
Cercavo il mio ego,
ma non per egoismo.
Solo perché ero curiosa
di sapere com'era.
E dopo, sarei stata capace
di lasciarlo?
Mi sarei abituata a farne a meno?
Quante domande!
Ecco, il punto è questo!


l' ombra e un mea culpa

L' OMBRA E UN MEA CULPA 


Hai trovato qui l' ombra
dove ormai
avrebbe dovuto esserci quiete.
L'ombra
non avrebbe dovuto
esserci più.
Non ha fatto in tempo
ad andar via,
la quiete è lontana.
Irrequieta l'ombra
trascinando
qualcosa che ricorda
il corpo.
Passa tra gli alberi
come vento e li scuote

Ho bruciato l'anima
sorseggiando
acido nulla.
Ho versato parole
nei calici dei dubbi di tutti.
Calici bucati,
ogni mio dire è colato via.
Le mani
non l'hanno trattenuto.
A chi chiederne conto?
Complice di me stessa,
sciagurata,
ho remato ansiosamente il tempo
di ogni dubbio.
Non ho mai trovato pace

nemmeno in un cimitero.






Hai trovato qui la mia ombra
dove ormai 
avrebbe dovuto esserci quiete.
L'ombra
non avrebbe dovuto 
esserci più.
Non ha fatto in tempo
ad andar via 
e la quiete è lontana.
Irrequieta è l'ombra
trascinando
qualcosa che ricorda
il mio corpo.
Passa tra gli alberi
come il vento e li scuote

Ho bruciato l'anima
sorseggiando
l' acido nulla.
Ho versato parole
nei calici dei dubbi di tutti.
Calici bucati
e ogni mio dire è colato via.
Le mie mani
non l'hanno trattenuto.
A chi chiederne conto?
Complice di me stessa,
sciagurata,
ho remato ansiosamente il tempo
di ogni dubbio
e non ho mai trovato pace
nemmeno in un cimitero.






Nuovi cieli e una terra nuova

NUOVI CIELI E UNA TERRA NUOVA

La tempesta violenta
inseguita dal sole.
Il dolore cocente
inseguito dalla gioia.
Il contrario
inseguito dal sinonimo.
L' io
inseguito dal noi.
La mia penna
inseguita dalle sue parole.
I miei pensieri
inseguiti dalle loro opere.
L'anima mia
inseguita dalla mia carne
come un lupo affamato
inseguito da una pecora sbranata.
Nuovi cieli e una terra nuova
alla fine di tutto.
E io tacevo a vanvera
il Tuo Nome.
Non c'era più nulla che mi legasse qui

martedì 15 novembre 2016

al supermercato

AL SUPERMERCATO 

È tanto che attendo mentre parlo
È tanto che parlo nell'attesa
Quante parole posso
far cader nel vuoto?
Talvolta, al supermercato
me lo chiedo.
Tra gli scaffali, la merce
le lattine,
c'è un immenso cesto
con le mie parole.
Stento a riconoscerle
lì, affastellate, sciatte,
confuse.
Parole tra marmellate amare,
grissini spezzettati, tavolette di burro
irrancidite.
Sono in svendita,
La data di scadenza
è ormai vicina
ma non c'è
chi le acquisti.
Non si sono spiaccicate
nel muro
della memoria
di nessuno.
Neanche degne
di un chewin-gum

lunedì 14 novembre 2016

Non c'è più parola


NON C'E' PIU' PAROLA
L' unica cosa che voglio dire
è stata già detta.
Una parola bussa ancora alle mie labbra
Vuole ch'io la pronunci
Faccio resistenza.
Frammenti di oscurità
vengono a galla
da immense profondità
appena percepite.
Lei insiste tenace,
faccio resistenza.
Non occorre più ch'io parli
Altri l'hanno già detta.
Non c'è più parola
per un pensiero
nato troppo presto
e apparso tardi,
ma l'intimità del silenzio
non basta più.


L'unica cosa che voglio dire
è stata già detta.
E... non me lo perdona (parra 119)








domenica 13 novembre 2016

tiro alle idee

TIRO ALLE IDEE 

Nell'ora in cui ti penso
blindato e non felice
imbraccio il fucile
e sparo alle tue idee.
Spero di buttarne
almeno giù
qualcuna.
Ma sono tutte dotate
di giubbotto antiproiettile
e di una scorta
occhiuta di social network
che non mi permette
di avvicinarmi veramente.
E tu lì in mezzo,
da intellettuale globalizzato,
pericoloso, circondato
e solo.
Della solitudine
hai fatto un mestiere.
Colpire le tue idee
è impossibile,
come cercare un ago
in un pagliaio.
Perché...non sono tue!

sabato 12 novembre 2016

l'infinito 2

L'INFINITO
Immensa come il dolore del mondo
è la mia passione.
Lascia che io apra uno spiraglio
In quella porta
e con lo sguardo penetri il mistero:
tra le fronde dell'anima mia
intravedo
...l'infinito

LA RABBIA E LA ROSA

     La rabbia e la rosa
(Sulla condizione femminile)

Nuova ed antica rabbia
oggi mi assale, e sale,
sale nelle mia mente
attraversando il cuore

Non è dato a donna
esser sé stessa,
mostrare l' anima senza veli
e senza ipocrisia

Scorrono le mie lacrime;
mai piangersi addosso,
Espongo il viso al vento
Che pietoso le asciughi

Un poveraccio vedo,
un immigrato,
un rifiutato anche lui
che nel vento sorride

e mi offre una rosa,
ne assaporo il profumo:
è il suo sorriso
la mia mente riposa

SPERANZA






Sfrenati cuore.
Batti nel mio petto.
Non soccombere
dinanzi al tuo dolore.
Anela a chi
quel giorno ti sorrise
e poi scomparve
all' alba
dissolto nella bruma.
Promessa ai dì futuri,
quel sorriso
vindice sarà per te
del pianto amaro
e inviso












LA FARFALLA DELLA PIANTA ACCANTO


non più paure angoscianti
ricordi tormentati
agghiaccianti momenti
già vissuti

alba nuova sorge
profumata di miele
e di verbena
gli alberi di limoni
si apprestano alla festa

muovono i loro rami
in una danza
e la farfalla
della pianta accanto
col suo frullio d'ali variopinte
dona lieve e leggera
la speranza


venerdì 11 novembre 2016

SORRISO 2

Andrò a cercare
il tuo sorriso.
L'hai nascosto,
ti sei dimenticato dove,
forse nel deserto,
in una rosa.

Andrò a cercare
il tuo pensiero,
forse è col tuo sorriso.
Ti trova il tempo
e non ti culla
ti afferra e ti trascina via
la tua fatica annulla

Andrò a cercare
la tua voce
Forse anche tu
gridi nel deserto
e non ti ascolti
Mancano le tue parole
ogni bersaglio

Andrò a cercare te
e ti riparerò
inespugnabile e indifesa
col mio Si.



le mani della notte

chiederò un prestito alla notte:
le sue mani,
diafane, immense
quanto il desiderio di mille occhi
socchiusi, attenti

le stanze del sole
le ho lasciate alle spalle
non parlavano più
erano soltanto ormai
la memoria del tempo
-malinconia-
e io non volevo
più
ricordare.


l'ora dell'inizio


l'ora dell'inizio

L’ora dell’inizio (ex miei 2016)


Vi ho amati? Male forse,

ma eravate miei!

ogni oggi forse ho sbagliato 

con voi

eravamo gli inizi


Passavamo insieme

le ore, i giorni

ci assaggiavamo cannibali

come cibo per la nostra carne.

eravamo gli inizi


soffrivamo insieme

le lacrime, i dolori

la strana voglia di farla finita e 

la sua gemella: quella di 

di continuare

con almeno qualcuno di me

eravamo gli inizi


In attesa di chi?

Di noi certo, 

ma di noi nuovi

facevamo dei cenni

tracce di roccia tra

la bocca e il cuore


E siamo ancora in attesa

l'uno con l'altro

l'uno per l'altro 

della nostra novità

di quell'inizio che eravamo


L' andare via ha sempre un ritornare

va sù, poi giù

disegna come un cerchio magico 

che non si chiude mai.


La storia dell' amore

forse, non ci ha toccati.

Io vi ho amati.

giovedì 10 novembre 2016

LA STORIA

LA STORIA 

Mi sta di fronte immobile,
la riconosco,
è lei: la Storia.
È interminabile.
non ne vedo l'inizio,
né la fine.
Mi fissa incredula,
per non essersi accorta di me:
qualcosa, qualcuno le è sfuggito.
La guardo appena.
Poi anch'io fisso qualcosa,
ma non dalla sua direzione.

Arriva il mio sguardo
dalla non-storia.
Dagli eventi che avrei voluti
e che mai ci sono stati.
O meglio, non-ancora.
È da lì che proviene
il mio sguardo,
dal non-ancora,
verso lì anche muove
e vaga nel desiderio,
nel sogno.
E il sogno da lui
si fa raccontare
e diventa parola
E il sogno
che si fa parola
è ancora più
interminabile
della Storia e non ha fine.

Il ritorno del giapponese dalla giungla

IL RITORNO DEL GIAPPONESE DALLA GIUNGLA

Il ritorno del giapponese dalla giungla
era atteso in paese già da molti
e da parecchio tempo.
Tutti si chiedevano:
perché ancora non torna?
Avevano anche provato
a chiamarlo al cellulare.
Ma nulla da fare.
Si sa, non c’è campo nella giungla.
E poi, a una certa ora
la giungla chiude,
che ci sta ancora a fare 
il giapponese nella giungla?
La guerriglia alle liane
tarlate?

Stava raccontando agli alberi

la storia della sua ombra, la storia
dell'atomo che gli aveva bombardato
l'anima
....e non aveva ancora finito.

l'ispirazione

L' ISPIRAZIONE

Nella mia mente ci sono
coriandoli,
pezzettini di carta colorata
a mille e mille.
Quando vi soffia il vento,
nella mia mente volano
e se il vento è forte
è un turbinio
di parole,
un caos
di desiderio profondo
dove la vita si riscrive
da sola
mentre danza.
Lì si confonde luce e poesia
Ed è bellezza




antinarciso

ANTINARCISO

Spettrale, la mia immagine,
non mi somiglia e vaga.
oltre me si trascina
e non riposa
E cerco, cerco me stessa,
graffio le mie ombre,
e si spezzan le unghie
Dietro deve pur esserci qualcosa: un me,
ch'io mi rinfranchi!
Foss' anche un me qualunque,
un ricordo, un sorriso,
un tu,
un bacio forse
Ma tra le unghie
non mi resta nulla.
Spettrale immagine
la mia: del nulla!

Narciso

NARCISO

Sguardo dopo sguardo
a bucare l'invisibile 
che c'è in me,
a cercarmi.
Sguardo dopo sguardo
a incontrare il desiderio,
oltre me.
Sguardo dopo sguardo 
ad accecare il sole
riflesso 
nello specchio dei miei occhi
e finalmente
riconoscermi, inginocchiato
dinnanzi 
al sogno del mio sguardo.
Affondare
nell'invisibile
vuoto. 

mercoledì 9 novembre 2016

guai ai distratti!

GUAI AI DISTRATTI!

Ebbi e forse ho ancora
una storia che mi racconta,
un desiderio di me
nascosto nelle tasche
di antiche giacche jeans?
A volte si perde tempo,
a volte si perde il posto,
a volte si perde il gusto
di certe cose
o l'occasione giusta.
A volte si perde
qualcosa cui si tiene,
o qualcuno;
si perde anche un amore.
A volte si perde un po' di sè,
l'immortalità non è
di questo mondo.
Nè l' integrità.
A volte non ci si ritrova più:
si è persa
la propria storia
e il desiderio.

Guai ai distratti!

una colazione da pazzi


UNA COLAZIONE DA PAZZI

Ecco un'idea geniale:
svegliarmi un mese fa alla solita ora,
e farmi offrire la colazione
dalla mia abitudine
che abita vicino a te
in nessun luogo.
Camminerò così
all'indietro verso il passato
che mi resta da vivere,
ricordandomi del futuro
che ho già vissuto
per fermarmi
solo quando la mia culla
verrà a prendermi
e finalmente
mi darà alla luce.
Parto difficile certo.

Che dici: biscotti e marmellata?
No, no.
Non mi guardare in cagnesco,
solo latte macchiato
e caffè senza zucchero per favore:
non vorrei, prima o poi,
problemi di linea.

Vorrei guardare la vita



VORREI GUARDARE LA VITA


Vorrei guardare la vita,
dal vuoto che c'è in me.
Assorbire il suo sapore
stropicciarne il colore
tra le dita.
Vorrei che a tenermi dritti i seni
fossero intense audacie,
mani di fiamma,
desideri parlanti.
Che a cancellare
una lacrima di dolore
fosse sempre
una lacrima d'amore.
Vorrei arrivare agli altri
come un fiume in piena
per strapparli a stupide certezze
e trascinarli a "casa dei non so".
Vorrei vedere
la follia della sapienza
parlare in casa mia
alla sapienza della follia.
Vorrei dalla notte infuocata
apprendere
come si diventa giovani
e dall'alba gelata poi,
come si muore.
Ecco, voglio accarezzare da insaziabile amante
la ragione
e tradirla con l' insana passione
che ha per me la vita.        


              





Senza parola


SENZA PAROLA


Le mie parole se ne sono andate
Dei dimenticati
le hanno trafugate
e il loro senso alberga ora
in paradisi abbandonati.
Eppure erano parole d'amore,
corde tese 
su ondulati ricordi.
Camminavano sul mondo
come audacie timorose
e canti
Erano sguardi lanciati
su lamenti.
Non avevano riti
da osservare, né pudore,
né maschere da indossare.
Oltre la sincerità,
oltre la verità,
oltre l'errore
dicevano di me, erano
le mie parole.
Ora... se ne sono andate.





Interpretare il silenzio

INTERPRETARE IL SILENZIO

Ci sei ancora
o sei già andato via?
Non sopporto il dubbio.

I tuoi silenzi,
mi sconcertano,
mi agitano,
mi mettono paura.
Mi afferri per i capelli
e mi ci scaraventi dentro
inesorabilmente.
Non riesco a squarciarli
Annaspo.
Il tuo silenzio è come il buio,
è dentro di me come la morte.


lunedì 7 novembre 2016

l'inizio della notte


L'INIZIO DELLA NOTTE

Lame di luna tagliente
l'inizio della notte
a recider quel che resta
della paura del giorno.
Giunge tra le mie mani
l'inizio della notte
ed è ignota promessa
al mio desiderio:
lo indosso come
vestito per il sogno.
Ha una verginità da offrire
l'inizio della notte,
ed io vi affondo le dita
come in una soffice crema.
Voglio ingoiare quella dolcezza,
voglio rivestirmi della sua bellezza.
Non so chi incontrerò
nel sogno:
sarai tu? È ancora per te
che voglio essere bella?
L'inizio della notte è intatto,
è stupore, accoglienza.
Mi precipita
nel cuore di una nuova emozione
e mi divora.      
L' inizio della notte
pesca nel mio mistero
e il mio corpo canta.  

                                                                                           

QUELLA SERA TI AMAI


QUELLA SERA TI AMAI


Le tue foglie
mi coprirono di insensatezza:
era dolcissima.
Quella sera ti amai.
Parlammo con ingordigia
delle cose di noi.
Si accendevano
pianeti sconosciuti
nei nostri corpi
e fuochi non ancora arsi.
e noi davamo loro nomi
in cambio di carezze.
Quella sera ti amai.
Umidi richiami
i tuoi capelli asciugavano
e i miei.
Cercai in te e trovai
flessuosi inizi
ad ingannare il senno,
a straripare i sensi.
Non fu possibile contarli
Inondazioni e incendi.
Poi tu sparisti.
....Quella sera ti amai,
vuota di me domandai di te.

domenica 6 novembre 2016

UN POSTO PER GLI DEI

UN POSTO PER GLI DEI

Ore disabitate
dal tempo,
spazi disabitati
persino dalle ombre
ed il vestito
sospeso nel vuoto,
a ciondolare piano
su se stesso.
Avrei dovuto indossarlo.
Ma lui attendeva me nuda.
e io di nudo ormai
non avevo più nulla.
M' imbacuccai nella memoria
e misi ai piedi
i miei dei falsi e bugiardi.
Con loro sarei andata veloce.



venerdì 4 novembre 2016

LA MIA SOLITUDINE

LA MIA SOLITUDINE

Con la leggerezza di una freccia,
ho sfiorato la tua immagine
disegnando un arco
nella mia solitudine.
Non era una solitudine
qualunque.
C'ero nata dentro,
era la mia verità.
Mi aveva attraversato la pelle
sciogliendosi nella carne
dondolandosi nel sangue.
Aveva accarezzato i sorrisi,
gli sguardi prolungati,
i desideri, le domande.
Aveva intercettato anche i timori.
Aveva la trama ariosa
della curiosità.
Ora si rivolgeva a te.
Era una solitudine elegante




QUESTO LO SANNO TUTTI



QUESTO LO SANNO TUTTI

L' essere si dice in molti nomi
e parla del corpo,
anche il mio essere si dice in molti nomi
ed il mio corpo.
Ma chi lo dice?
Chi parla del mio essere?
Qualcuno una volta ne parlò
quando attraversai la porta
del silenzio
e tesi la mano.
Si, fosti tu a prenderla,
la girasti
e la baciasti dolcemente
all' interno del polso,
su quella sottile linea
azzurra dove più caldo e veloce
scorre il mio sangue.
Vidi i miei nomi precipitarsi
dentro quel bacio,
balzare, sobbalzare, rimbalzare,
verso le labbra
che li avevano pronunciati:
verso le tue labbra
Condividemmo l'intensità
dei nostri corpi
nel desiderio dei nostri nomi.
Fu bello.


Ma questo lo sanno tutti.

giovedì 3 novembre 2016

...NONDATO

...NONDATO


E io mi perdetti lì
in quel bacio nondato,
assaporato fino alla feccia di me stessa
e del mio sogno .
Quello era stato il bacio:
reale, vero,
che ti marchia le fibre
delle vuote speranze d'amore.
Il bacio che sapeva tutto di me.

Dopo non mi fu più possibile
nascondermi

mercoledì 2 novembre 2016

INCREDULITA'

INCREDULITÀ
(omaggio a J. Keats)

Avevo visto quel viso
alla luce della mente
bellissima era la mente,
bellissimo il viso.
Me ne innamorai:
la bellezza è verità!

Guardo ancora:
quel che ora si vede
è la mente
alla luce del viso.
Non è un bel-vedere.

La bruttezza cosa sia non so,
ma non è verità
Forse
è solo attimo attorcigliato
che sa d' incredulità.





martedì 1 novembre 2016

IL RITARDATARIO

IL RITARDATARIO

Per quanti sforzi facesse,
arrivava sempre
dopo di sè.
Ormai ci era abituato.
Dopotutto non credo
gli importasse molto.
Cosa mandasse avanti
non so.
Il Gatto con gli stivali
ad annunciarlo,
forse.
O un ideale palloncino
con su scritto
"non bucarmi
che sgonfio".
Arrivò in ritardo,
trafelato,
a tutti gli appuntamenti
con se stesso.
Ma non credo sapesse
con chi li aveva.