sabato 16 aprile 2016

A UNA FANCIULLA MORTA



PER UNA FANCIULLA MORTA

Cinque stelle affondate
nella notte
come spilli roventi,
oscurità trasognate...
L'hai udito anche tu,
quella sera,
scenderti dentro l'anima
l'immenso respiro?
E grata al silenzio enorme
degli astri,
hai sentito
d'essere viva!
C'erano accesi i lampioni,
-ricordi?-,
laggiù per le scale.
C'erano tante persone
e c'era,
appoggiata al gelo
di questa balaustra,
ebbra di suoni
la tua vita
Sopra, inconosciuta, sommessa,
la luna.
Affoga nell'ombra
il fruscio delle foglie bagnate
Ora tu non esisti.
Fantasma sei solamente
di una mia notte di stelle
Scende immutato l'incanto
struggente
di questo silenzio lunare
Ora di te nulla sente
e sento quest'attimo eterno
e l'anima mia senza fine
Trema una goccia
sul ramo
precipita sorda nel buio.
Dormi,
non c'è nella sera
che questa goccia di pioggia
tremula di luce
all'emozione del vento

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