lunedì 30 novembre 2015

Dove più mi piace




Un sorriso da parte tua ed io in questo giorno
indosserò la gioia.

La indosserò come un abito elegante
che mi cinge e mi svela tutta forgiandomi tua amante

Come fa uno scultore con la creta
quando la manipola abilmente tra le dita

"Ti mando un bacio dove più ti piace"
continui poi con sensualità avvolgente

E l'eco di quel tuo bacio svelto e seducente
mi afferra dentro, mi cattura voluttuosamente

"Dove più mi piace?" E' questa la domanda
che adesso mi interpella, mi comanda

E il mio abito di gioia trasporta in una danza
Tra mille e mille giri di esultanza

So che sarà la risposta giusta
a far di me una donna.

So però anche che è inutile cercare
Il mio corpo e' lo spazio che tu dovrai abitare

Con i tuoi baci, con le tue carezze
Come uomo che ha infuocata voglia di dolcezze

Mi piace "più" dove sarai tu a farmelo piacere,
Ti dico constatando con stupore che hai mirato dritto

nell'anima e nel cuore: mi stai baciando l'anima,
mi stai baciando il cuore, lì hai colto il mio
"più" vero in un audace palpito d' amore

In fondo all'anima il tuo bacio mi fai già gustare
e nessun altro "più" potrò mai assaporare.

"Più", "più", "più". Il mio "più" è lì solo per te
Ed in quel "più" c'è l'essenza stessa di me!












Povero amore

Sto muta, impietrita dinnanzi all' accaduto
Dovrei forse dire: non lo avrei immaginato?
Certo che no; sarebbe una menzogna
E forse è per questo che sono piena di vergogna

Non ho fatto nulla per impedire che accadesse
Sperando che qualcosa, qualcuno intervenisse
A dar rimedio a una tale migrazione, che procede
Continua e che senza aiuto è solo devastazione

E così ci sono ancora morti
E morti e morti e ancora e sempre morti
Donne, bambini, vecchi, ragazzini,
Una folla innumerevole anche per i becchini

E poi tra i vivi tu vedi dei poppanti
Che succhiano voracemente
seni già avvizziti, seni stanchi
sotto lo sguardo spento
Di una madre che è come fosse assente
tanto la sua parola non conta proprio niente!

Forse pensa (lo cogli nel suo sguardo):
"Dolce, tragico, piccolo amore mio
Quel che tu succhi non è ciò
Che avrei desiderato darti io.

Io per te sognavo le mie poppe piene
Di latte che sgorgasse dolce come miele
Sognavo i tuoi sorrisi di lattante
Quelli che avevo immaginato nell' istante

In cui ti ho concepito in un attimo di ardore
Sperando che alla fine la mia miseria
Per quanto grande non vincesse amore.

Ma così non è stato: miseria ha vinto amore
E in te innocente tutto si racchiude il mio dolore!
Ma non dimenticarlo, qualunque cosa accada
Tu sei figlia vo!uta e per ciò stesso amata

Anche se sei solo il mio povero amore
Che brucia nel mio inumano strazio
Per una epocale tragedia che
non ammetterà mai sazio"

Quello sguardo di donna mi rende impotente
Fa pesare su di me una rivalsa incandescente
Mi fa fremere e sobbalzare di terrore
Perché qui non la miseria ma...
ricchezza ed egoismo hanno vinto amore!


sabato 28 novembre 2015

L' abbandono

Come un  torrente in piena travolgente
tutto in me piange amaramente
Specie quando taccio, sorrido
e devo fingere di niente
Il desiderio di te non mi da pace
mi grida, mi sbrana dentro
e fuori, invece, ogni cosa...tace
Sono rimasta sola ad abitare
il castello interiore che per me
avevi fatto edificare
per la mia gioia, per il nostro amore
per tenere lontano ogni altro rumore

Ora va via, va via dalla mia mente
lasciala libera dall'inesistente.
Non riconosco più in te una presenza
che non sia quella della tua assenza
Svanisci dal mio ricordo lacerato
Non voltarti a vedere ciò che hai lasciato
Questo ora riguarda me,
mi copre di grigiore
mi lascia solo il volto del dolore

Sei solo un'ombra nera che si affaccia
dentro la mia memoria. E' ora che tu taccia!
Si, ti farò tacere insieme al mio tormento
Si, ci riuscirò, é tanto che ci tento!
Il tuo abbandono non conosce dono
Appanna in me ogni istinto di perdono
Si prende tutto e a me non resta niente
Lascia dietro di sé vapore bollente

Digrigno i denti in una smorfia atroce
che tutto spazza via, anche la voce
Intreccio mani e dita per schiacciare
il tuo fantasma che vorrei cacciare
e le sagome amare, evanescenti
piene un tempo di noi, e adesso fatiscenti
figure amate che vorrei scordate
e che invece ancora affollano indignate
nel triste gioco della tua mancanza
le stanze vuote della dissolvenza

Avrei volute da te gocce di inebriante assenzio
e tu mi immergi invece in un silenzio
che per me suona ora disumano
perché svuota di senso la parola "t'amo"




venerdì 27 novembre 2015

Ti invoco

T'invoco!
Un pozzo sei per me
dal quale attingo le mie parole più belle
scavo dentro di te per ritrovare me

Mi cerco nei tuoi sguardi
perché é lì il mio luogo
la loro limpidezza é per me segno di salvezza

Mai devi domandarmi
quale sia la ragione di questo scambio
effimero come la mia passione

Effimero é l'eterno del nostro sentimento
ma dentro ci sconvolge
sempre, ad ogni momento

Fra di noi due insieme un vortice sublime
di senso inappagato
di invocazione ardente

T'invoco, si t'invoco
dentro l'anima mia, dentro la mia parola
dentro il mio seno nudo, dentro il mio corpo caldo

in te tutta mi affondo
precipito ogni istante perché sei tu l'amore
Ed io... l'anima amante





INSAZIABILE

Vorrei baciarti
la tua bocca danza lieve, leggera
dinnanzi al mio sguardo

Vorrei baciarti
il tuo profumo inebria
la mia voglia di te

Vorrei baciarti
i tuoi sorrisi spazzano via
tutto il grigiore dell'anima mia

Vorrei baciarti
sospesa sulla mia resta la bocca tua
per un attimo divino prima del tuo tocco

Vorrei baciarti
No, non mi sazio mai dei baci che mi hai dato
né di quelli infiniti che ancora mi darai

Vorrei baciarti
uno dopo l'altro scivolano i nostri baci
sul velluto del mio desiderio inappagato

Vorrei baciarti
e non mi basta mai
perché l'amore non basta mai all'amore




martedì 24 novembre 2015

IL FUOCO

Un fuoco ardente mi divora e non si estingue
lacera la mia carne senza lasciare traccia
mentre mi circonda ineffabilmente tra le sue braccia

Quale sia la ragione non mi è chiaro
sta al centro di me, nel mio passato
nel mio oggi, ma non é affatto amaro

E' qualcosa che vuole trasformarmi
in un anelito incalzante verso il non-so-cosa
sempre più velocemente, senza posa

Non conta mai la strada che ho già fatto,
non smette mai di guidare il mio passo
mi benda gli occhi per farmi proseguire

senza lasciarmi il tempo di capire
senza lasciarmi il tempo di apprezzare
senza lasciarmi il tempo di accettare

senza lasciarmi nemmeno il tempo di gustare
si muove in me a ritmo vorticoso
mi inonda, mi travolge senza darmi pace

mi fa vedere solo il suo colore
sempre più rosso e incandescente al cuore
credo, sì credo, che si chiami Amore

L'ATTIMO FUGGENTE

Vorrei cogliere l'attimo fuggente
dirgli: senza di me tu non sei niente!
Tu hai bisogno della mia memoria
di qualcuno che afferri la tua ora

Averti tra le mani, fremere di esultanza
affondare il viso nella tua fragranza
Guardavo lui negli occhi con amore
il momento era pieno di tutto il tuo fulgore

Poi svanisti, fu dolcezza estrema
fummo viva speranza
ed il mio cuore al ricordo ancora trema
Il tuo raggio di luce ci avvolse fulminante
rese trasparente il mio sembiante

Ah! Vorrei cogliere l'attimo fulgente
Lui è tutto ed io non sono...niente!

venerdì 20 novembre 2015

La morte e la mignotta

La pulla era appoggiata ad un angolo di strada
Aspettava il cliente per fare la serata
Era buio, era freddo. Era tutta ghiacciata
Tanti erano passati. Nessuno l' aveva fermata

Non era più giovane, era anche stanca
in quell' angolo non c'era alcuna panca
Sperava in una macchina per potersi scaldare
Dopo la sosta inutile di tutte quelle ore

d' improvviso qualcuno le si accosta
le fa cenno col dito, le apre la portiera
Lei entra veloce leggera
svolazzante come una capinera

La macchina prosegue, affonda nella notte
lascia alle spalle la strada
con le corsie interrotte.
Imbocca una traversa, va verso il cimitero
Non ci sono lampioni. Intorno è tutto nero

Lei guarda di sfuggita il guidatore
Non che le importi molto: chiunque le va bene
qualunque sia il sembiante,  purché, com'è ovvio,
fornito di ...  contante

Lui non le dice niente e lei niente risponde
L'occhio però si poggia sul volante
Sobbalza impietrita: le mani che lo stringono...
di magrezza scheletrica
Davvero impressionante!

Si gira assai stranita
sul sedile dietro vede poggiata
falce di solito con morte raffigurata
Un dubbio ora l'assale: ha pronta una risata
Chi sarà mai costui che ruba l' arnese di lavoro
Al bieco personaggio togliendogli il decoro?

Si volta verso il tizio che intanto ha posteggiato:
ci siamo forse visti prima? -chiede con simpatia-
Una di queste sere? O cominceremo adesso
A gustare insieme amore?

Il tizio non si gira. Tiene nascosto il volto
Dentro un grande cappello calato fino al collo
E risponde gentile alla matura pulla
No, non ci siamo mai visti in precedenza
Perché a chi incontra me tempo più non avanza

Stasera però voglio fare un' eccezione
Voglio provare amore come tutti i mortali
Perché sono io che determino il loro essere tali
La prestazione quindi sarà da me apprezzata
Tranquilla: quella falce non sarà proprio usata

Voce dall' oltretomba esce da quella bocca
La pulla trema tutta dal terrore assalita
Finalmente ha capito chi se l'è caricata
Ma intrepida riprende anche se ė atterrita
Come potrai toccare la pelle mia dato
Che chi ti incontra ci rimette la sua?

L'eccezione mia cara consiste proprio in questo
Che io ti sfiori e ti ami senza esserti molesto
Del resto tu capisci se depongo la falce
E vengo a te dappresso
è perché voglio toccarti tutta ma...
non voglio il tuo decesso.

"Questo mi rasserena. Ma com'è che hai il denaro?"
Aggiunge lei sfrontata, ormai rassicurata.
"L'ho preso al tuo magnaccia,
l' ho incontrato per strada
e cosi l' ho tranciato
Sarai pagata bene: era carico d'oro
eri tu il suo tesoro"

La morte va a puttana: proprio cosa strana
Pensa la pulla attonita e s’alza la sottana
La morte cerca amore anche se prezzolato
L' amore non vuol morte nemmeno se è acquistato

Di lui sono io più forte
adesso lo capisco
Stretta tra le sue braccia
quasi mi intenerisco
Avverto che ha bisogno di un poco di calore
Perché anche dove è morte
deve esserci amore!














lunedì 16 novembre 2015

Ti lascio andare

Tu sei lontano.
Dal mio giorno fuggi come un ladro notturno
Tu sei vicino,
forse, perché presente in me è il tuo fuggire
Ti lascio andare.
Tu sei il passato. Inutile trattenerti
anche se non t'ho scordato

Le mie labbra brucianti
vorrebbero fermarti
L'anima mia impazzita
ricorda quei momenti
Ti lascio andare.
Non c'è più posto in me
per la memoria.
Per la memoria che ho di te.

Lontano da te,
disegnerò un sembiante
che ti somigli un po',
che ti ricordi amante
Ti lascio andare.
Nella nebbia della mia memoria
confusamente, forse, riapparirai ancora

Pallida ombra ormai
che un tempo amai
sulle onde del vento
della mia passione.
Ti lascio andare.
Senza più nulla aggiungere,
lascerò che amore scivoli via
senza far rumore






domenica 15 novembre 2015

UNA COPPIA

Non c' é mai stato un momento
in cui tu non ci fossi
anche se talvolta i miei percorsi
assai volentieri li avresti rimossi

Eri la premessa da cui iniziare
oppure la conclusione cui arrivare
Spesso eri il mezzo di cui mi servivo
perché il mio spirito si sentisse vivo

quando ero inquieta mi rasserenavi
quando ero incerta mi rassicuravi
quando ero felice ne eri tu il motivo
quando ero affranta era in te che confidavo

Forse per questo non ho mai accettato
di lasciarmi a un certo punto relegare
in un piccolo angolo del tuo cuore
quello dove si mettono le mille cose da sbrigare
cui si tiene, sì certo, ma che possono...aspettare

Non l'ho mai accettato e la ragione è chiara
da lì potevo soltanto sbirciare di soppiatto
quel che a tuo avviso andava o meno fatto
Senza parlare, senza dialogare,
senza che ci fosse mai nulla da obiettare

Quasi che in una polverosa cella della tua presenza
mi avessi segregato prigioniera
chiudendone la grata col lucchetto
e poi avessi buttato quella chiave
nel grande mare delle cose tue da fare.

No! per te avrei voluto essere  speciale
L'unica che avresti potuto amare.
La donna "ideale" se tu vuoi, anche se l'"ideale",
lo sapevamo entrambi, avrebbe dovuto poi
sprofondare gioiosamente nel "normale".

E invece sono rimasta sola a contemplare
te che sprofondavi, si, ma sempre più in te stesso
lasciandomi senza il mio compagno
cui sempre avrei voluto stare appresso.

Così mi é toccato masticare una quotidianità
non certo da...esportare.
Quella di chi si sente dire: basta!
E' tempo adesso che tu vada...a calare la pasta!

Ora ti avverto assai invecchiato.
Il tuo giudizio non é più quello di un tempo
svelto, deciso, da tanti condiviso.
La prestazione non è più quella di prima
e fa un po' fatica a ritrovare la rima

La nostra storia insomma è stata questa.
Come tutti, avremmo voluto che fosse eccezionale.
Alla fine, tra una tempesta nel bicchiere e un'altra,
é risultata tragicomica e a tratti anche banale.

Se potessi, certo, la riscriverei
tanti sono stati i nostri fiaschi.
Ma, é chiaro, non si può!


E allora auguri a tutti e...figli maschi!

PS
Ma perché poi "figli maschi"?
Noi donne, è risaputo, siamo molto meglio...





venerdì 13 novembre 2015

L'anima sulla pelle


ANIMA

E' tanto che ti aspetto, vieni a prendermi
Sono nascosta ma non sono lontana
Sono io, la tua anima. E sono anima umana.

Con me hai giocato a nascondino
come se non volessi che io fossi il tuo destino
Ora però voglio riportarti a me: dammi le tue mani
voglio che tu mi accolga, voglio essere il tuo domani

All' appuntamento con me 
Non puoi più sottratti. Basta tergiversare
Ciò che ti sta accadendo a me ti fa tornare.

IO

Già, è vero, ti avevo abbandonata
Da tanto tempo dimenticata
La tua presenza in me è come svanita

Non ti ho più cercata.
in mezzo a tutte le mie cose
Ti ho lasciata relegata
Tra memorie polverose

Nel tran tran quotidiano
Il mio tempo è passato
E quasi sempre è passato invano

Affetti, figli, Impegni di lavoro, 
amici con cui passare la serata, 
tutto ho vissuto, senza più pensare. 
E alla fine quasi fosse una burla
ho scoperto di aver vissuto solo ... il nulla


ANIMA

Non ricordi? 
Da ragazza era un dialogo continuo
ti raccoglievi in me, volevi che mi spiegassi a te
Parlare con la tua anima non ti sembrava strano
senza di me non andavi mai molto lontano

"Anima guarda -mi dicevi spesso- 
con te voglio attraversare il tempo mio
perché esso divenga anche il tempo tuo
insieme comporremo un bel duetto
perché la nostra vita sia puro diletto"

Gli amici ti guardavano perplessi
davanti a quei tuoi occhi in me smarriti.
Non capivano a chi ti rivolgessi
quando la meraviglia ti assaliva
e trepidando ti sentivi tutta viva


IO

Guardare la propria anima non a tutti è dato
Fa paura approfondire il proprio io
Però senza te adesso non posso più continuare
Qualcosa mi è accaduto che mi fa tremare

L’ho incontrato. Tutto improvvisamente si è fermato
Come se avesse colto un mio segreto
mi ha rapita a me, mi ha dissolta in sè

Te subito ha cercato, 
appena la mia pelle ha accarezzato
Insondabili profondità ha penetrato l’ amore 
quando la sua carezza ti ha ridato calore 

“Hai l’anima sulla pelle -mi ha detto innamorato-
Fresca, odorosa, profumata. Lieve come un sospiro
E’ in te ciò cui sopra ogni cosa aspiro
Pericolosa è la tua nudità: è la nudità della tua anima 
mi attraversa il pensiero, mi seduce, 
senza tregua mi incalza e a te mi riconduce”


ANIMA 

Desideralo e mi troverai
Hai l' anima sulla pelle
La tua anima sulla tua pelle
Sono io il tuo segreto!

Al contatto con me il suo amore è esploso
Avevi dimenticato che il tuo segreto fossi io?
Che il tuo segreto fosse avere un' anima?





sabato 7 novembre 2015

La scrivania della mente



Ho un tavolo nella mia mente
Dove ordino le cose del passato
Ma anche quelle del presente
Ogni giorno li mi siedo a lavorare
Su me stessa: per potermi poi affrontare

Mi piace stare così a pensare a me
Tranquilla riposata senza fretta
A far bilanci oppure a progettare
Quel che dovrò fare e anche
Quel che sarebbe meglio evitare

Ieri ho riordinato tante cose.
Erano proprio tante e non tutte erano rosee 
A destra ho messo tutte quelle belle,
Quelle che non danno un brivido sulla pelle

Ma ti fan sorgere sulle labbra un sorriso
e non increspano le rughe sul tuo viso
Guardavo forse con un pizzico di rimpianto
Scorrermi davanti la parte bella
Del film della mia vita e pensavo soltanto
Che in fretta era fuggita

A sinistra ho messo quelle brutte
Che hanno ferito il cuore, e abbassato
Il quoziente della felicità che mi è stata riservata
E che, completa, a nessuno mai viene data

Mi venivano incontro lentamente
Come volessero ancora infiltrarsi nel presente
Erano ormai ombre vaghe. Ricordi stanchi
Ma talvolta più che mai struggenti

Si affacciavano sempre lancinanti
Risalivano su su dal cuore in gola
Lacrime rampicanti e quei singhiozzi
Ancor' oggi nessuno li consola

Carte della memoria che non puoi stracciare
E  con i quali i conti non finisci mai di fare.
Sono loro che di me hanno fatto una ribelle
E increspato di rughe tutta la mia pelle

Ma una cosa speciale al centro s' è piazzata
Direi da sola. Non sono io che ce l' ho posizionata.
Non c'è polvere sopra. È roba fresca
Ed ha uno strano odore accattivante
Che posso dire: come di buon pane fragrante!

Ho provato a spostarla, a metterla da parte
Ma a nulla è valso. E' sempre tra le carte
La trovo al centro della scrivania
Decisa a non farsi buttar via. Anzi:
Mi viene di continuo sotto gli occhi
Come campana di cui sento i rintocchi

Vi ho guardato dentro, allora, con circospezione :
Non volevo che fosse la sua presenza a farla da padrone
Tra quei miei ricordi pieni di passione 
E lì con sorpresa sapete che ho trovato?

Ho trovato qualcosa che nessuno mi aveva
Mai insegnato: una preghiera
sempre nuova e antica, la cui presenza
Avevo come in me smarrita:

'Io non so chi Tu sei né se ci sei
So però che se non ci fossi inventare ti dovrei.
A Te  sempre si volge il mio pensiero 
Quando distratto insegue il desiderio

Se al tavolo della mente misuro la mia vita
Cercando di capire poi come è finita
Ti trovo sempre pronto a raccattare
Ciò che per conto mio preferirei scartare

Tu mi stai dietro, di me non butti nulla
Quasi fossi ancora dentro la mia culla
Errori e azioni belle, tutto prendi
Come mia carne viva li comprendi

Ciò che io condanno, il tuo sorriso assolve
E verso un radioso orizzonte lo devolve
Accogli a braccia aperte ogni dolore
Perché, se tu ci sei, non puoi che essere Amore"

lunedì 2 novembre 2015

Emma e il dilemma

Spero in te, spero in me. Cosa spero? Non so
So solo che ciò che spero va contro il mio pensiero
Si accosta al desiderio, alla voglia che ho di te

Ma ciò non basta ancora perché al tuo  desidero
Si accosta troppo il tuo pensiero
E insieme fanno si
che non so se starò bene lì

La fiamma che mi brucia,
che invade il desiderio, litiga col mio pensiero,
Mi blocca sul sentiero
Il primo dice: vai! Se rinunci mai più lo assaggerai.
Il secondo ribatte: attenta cosa fai?
Se segui il desiderio, guarda, te ne pentirai!

E io sono lacerata.
Da queste due belve affamate devastata
Senza saper cosa fare, senza sapere dove andare:
Seguire il desiderio? Seguire il mio pensiero?

Sapete che vi dico? È ora di dormire
Io vado a nanna e spero che un buon sonno
mi faccia ristorare e faccia alla fine incontrare
il mio pensare e il mio desiderare

Oppure, se ciò non avvenisse,
spero che uno cancelli
anche l' ombra dell' altro,

Sicché alla fine io possa
Porre fine al dilemma
E  tranquilla, serena, andare a trovare...
...la mia amica Emma





domenica 1 novembre 2015

Ciarpame

CIARPAME
Attento a non riempire il tuo cuore di ciarpame
Mi disse una volta un saggio
Vedendo che ero stata sedotta da un miraggio

Sappi che sfrutta l'umano desiderio
La voglia che ognuno ha di stare in primo piano
Cercando qualcosa che di lui sia degno
E non dovendo dare sul momento niente in pegno

Persone, oggetti, sentimenti vari
Moti dell' anima, del cuore, della mente
Prende di mira e non lo ferma niente
Una tela di ragno tesse a te d'intorno
E ti ci incastra come fossi tonto

La tua vanità accontenta col suo charme
Avvoltolandola in piacevoli idiozie
E ti incanta velandoti lo sguardo
Impedendo che esso penetri più a fondo

Come in un sogno ti fa navigare
Da una futilità all' altra facendoti passare
Ti accarezza, ti avvolge suadente
Sembra volerti convincere che il resto non vale niente

E tu preso dentro la sua tela,
Novello Adamo, mordi quella mela
E quando il tentatore ti appalesa l' arcano
È troppo tardi: con un pugno di mosche
Sei rimasto in mano